Russia: i capi ortodossi e cattolici dicono
"Siamo più forti insieme"
Si è svolta a Mosca una conferenza sulla libertà religiosa, promossa dal patriarcato russo-ortodosso
MOSCA, venerdì, 16 dicembre 2011 (ZENIT.org) - "Siamo uniti in difesa dei cristiani". Come
riferito da ACN News, mercoledì 14 dicembre, a questa conclusione sono
arrivati i leader ortodossi e cattolici che di recente hanno partecipato
a Mosca alla conferenza intitolata “Libertà religiosa: il problema
della discriminazione e persecuzione dei cristiani”, promossa dal
patriarcato di Mosca, che si è conclusa con un appello congiunto
per combattere l'odio contro i cristiani.
Alla conferenza di due giorni, che si è terminata con un discorso pronunciato dal patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, Cirillo, hanno partecipato oltre al nunzio apostolico vari capi delle Chiese orientali ed esperti nel dialogo interreligioso.
A salutare il successo dell'evento è stato anche Peter Humeniuk, che ha partecipato alla conferenza nella veste di esperto russo per l'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre , la quale ha contribuito al finanziamento del due giorni.
“Noi cristiani siamo tutti nella stessa barca. Nei momenti in cui i cristiani soffrono la persecuzione, serve la nostra solidarietà”, ha detto Humeniuk, parlando dopo la conferenza.
Ha aggiunto, poi: “Noi cristiani di diverse confessioni siamo inseparabilmente connessi in tempi buoni e cattivi. Attualmente i cristiani sono il gruppo più perseguitato al mondo”
Secondo Humeniuk, bisogna trovare vie per far sentire la voce dei cristiani a livello internazionale e per lavorare insieme per combattere il problema. "Iniziative congiunte" – ha detto - “servono urgentemente proprio in questo momento, visto la drammatica situazione attuale. La conferenza di Mosca rappresenta un passo importante in questi sforzi combinati”.
La conferenza viene dopo rapporti della Commissione degli Episcopati della Comunità europea (COMECE), da cui emerge che almeno il 75% di tutta la persecuzione è diretto contro i cristiani.
All'evento a Mosca hanno partecipato, inoltre, monsignor Ivan Jurkovitch, nunzio apostolico presso la Federazione Russa, l'arcivescovo Erwin Josef Ender, del Vaticano, e l'arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi. Hanno preso parte alla conferenza anche rappresentanti di altre religioni, fra cui Farid Salman, gran mufti di Russia, e Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei.
Nel corso della conferenza sulla libertà religiosa, padre Andrzej Halemba, esperto per il Medio Oriente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha descritto i problemi per i cristiani nella regione, in particolare dopo la cosiddetta “primavera araba”, confermando l'impegno di ACN secondo il desiderio del Papa di aiutare i cristiani a rimanere nelle loro terre d'origine, ovunque possibile.
Padre Halemba ha sottolineato inoltre l'importanza dell'educazione. “I cristiani non devono essere educati meno rispetto al resto della società, devono essere più istruiti” ha, infatti, dichiarato, facendo anche notare che le scuole cattoliche sono aperte sia ai musulmani che ai cristiani e che promuovono la comprensione e il rispetto reciproco.
Secondo l'esperto di ACN, infine, bisogna venire in aiuto ai cristiani che per sfuggire alle persecuzioni hanno cercato rifugio all'estero: "Aiuto alla Chiesa che Soffre – ha ricordato - è sempre stata la voce di coloro che non hanno voce in pubblico”.
Alla conferenza di due giorni, che si è terminata con un discorso pronunciato dal patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, Cirillo, hanno partecipato oltre al nunzio apostolico vari capi delle Chiese orientali ed esperti nel dialogo interreligioso.
A salutare il successo dell'evento è stato anche Peter Humeniuk, che ha partecipato alla conferenza nella veste di esperto russo per l'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre , la quale ha contribuito al finanziamento del due giorni.
“Noi cristiani siamo tutti nella stessa barca. Nei momenti in cui i cristiani soffrono la persecuzione, serve la nostra solidarietà”, ha detto Humeniuk, parlando dopo la conferenza.
Ha aggiunto, poi: “Noi cristiani di diverse confessioni siamo inseparabilmente connessi in tempi buoni e cattivi. Attualmente i cristiani sono il gruppo più perseguitato al mondo”
Secondo Humeniuk, bisogna trovare vie per far sentire la voce dei cristiani a livello internazionale e per lavorare insieme per combattere il problema. "Iniziative congiunte" – ha detto - “servono urgentemente proprio in questo momento, visto la drammatica situazione attuale. La conferenza di Mosca rappresenta un passo importante in questi sforzi combinati”.
La conferenza viene dopo rapporti della Commissione degli Episcopati della Comunità europea (COMECE), da cui emerge che almeno il 75% di tutta la persecuzione è diretto contro i cristiani.
All'evento a Mosca hanno partecipato, inoltre, monsignor Ivan Jurkovitch, nunzio apostolico presso la Federazione Russa, l'arcivescovo Erwin Josef Ender, del Vaticano, e l'arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi. Hanno preso parte alla conferenza anche rappresentanti di altre religioni, fra cui Farid Salman, gran mufti di Russia, e Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei.
Nel corso della conferenza sulla libertà religiosa, padre Andrzej Halemba, esperto per il Medio Oriente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha descritto i problemi per i cristiani nella regione, in particolare dopo la cosiddetta “primavera araba”, confermando l'impegno di ACN secondo il desiderio del Papa di aiutare i cristiani a rimanere nelle loro terre d'origine, ovunque possibile.
Padre Halemba ha sottolineato inoltre l'importanza dell'educazione. “I cristiani non devono essere educati meno rispetto al resto della società, devono essere più istruiti” ha, infatti, dichiarato, facendo anche notare che le scuole cattoliche sono aperte sia ai musulmani che ai cristiani e che promuovono la comprensione e il rispetto reciproco.
Secondo l'esperto di ACN, infine, bisogna venire in aiuto ai cristiani che per sfuggire alle persecuzioni hanno cercato rifugio all'estero: "Aiuto alla Chiesa che Soffre – ha ricordato - è sempre stata la voce di coloro che non hanno voce in pubblico”.
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