La Pontificia Commissione di Arte Sacra annuncia la scoperta nella catacomba di
San Gennaro a Napoli di un’immagine dell’apostolo risalente al VI secolo
Un altro Paolo
A un anno dalla scoperta del cubicolo degli apostoli nelle catacombe romane
di Santa Tecla, un’altra sensazionale scoperta si è verificata nelle catacombe
di San Gennaro a Napoli. Il restauro di un arcosolio ha rivelato una grande
figura di san Paolo che si rivolge e acclama verso una defunta.
L’immagine,
riconducibile ai primi anni del VI secolo, si propone come una delle figure più
intense e ieratiche della tarda antichità, prima che l’Apostolo delle genti sia
tradotto in icona dalla civiltà bizantina. Il suo volto, estremamente espressivo
e caratterizzato dalle peculiarità fisionomiche di un filosofo, si avvicina alle
sembianze delle rappresentazioni romane coeve e di quelle che ricalcano
l’immagine, messa in luce pochi anni orsono, nell’oratorio delle grotte di
Efeso.
La scoperta di questa immagine paolina, avvenuta durante alcuni interventi
coordinati dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, con l’importante
apporto dell’arcidiocesi e della comunità napoletana, arricchisce e definisce le
nostre conoscenze sull’evoluzione iconografica dei principi degli apostoli,
iniziata a Roma, agli esordi del IV secolo e diffusa, da quel momento, in tutto
il mondo cristiano antico.
In questo contesto, la figura di Paolo rappresenta iconograficamente il
suggestivo crocevia di cultura e di identità, quella ebrea, quella romana e
quella greca, che egli aveva incarnato e che aveva caratterizzato la sua opera e
la sua attività missionaria in tutto il Mediterraneo. Queste peculiarità devono
aver influito sulla fortuna figurativa dell’Apostolo delle genti nella metropoli
partenopea, proverbialmente multietnica e, comunque, toccata da Paolo
nell’ultimo viaggio che l’avrebbe condotto nella capitale per la prigionia e le
sue ultime vicende.
Questa fortuna, nel tempo, viene condivisa con Pietro, costituendo il
naturale parallelo di quella concordia apostolorum, che allaccia tra
loro i due più importanti testimoni del Cristo. È l’emblema del nesso
spirituale, religioso e politico dell’Ecclesia ex gentibus con
l’Ecclesia ex circumcisione, ma anche dell’oriente con l’occidente.
Gianfranco Ravas
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