Il
dado è tratto (alea iacta est), siamo così sprofondati in quella
soluzione che già da tempo l'ex patriarcato di Costantinopoli, oggi del
Fanar, paventava in forma sottintesa, mal velata, nei confronti di tutte
le altre Giurisdizioni ecclesiatiche ortodosse del mondo, ma oggi
finalmente venuta alla luce: "superare in ingordigia la superbia
"vicariale di Cristo" del papa di Roma.
Ora non abbiamo più solo "Zio Ciccio", ma anche "Zio Bartolo" che pretendono, ognuno nella sua giursidizione di essere il "Dio sulla terra", dimenticando il consiglio del Figlio di Dio ai litigiosi apostoli: "Chi vuol essere il primo, sia l'ultimo".
Le due città (Roma antica e Nuova Roma), si contengono il primato negativo di chi è e vuole essere ed avere un primato umano su tutti gli altri popoli cristiani, come se questo primato servisse per salvarsi l'anima e purificarla da tutte le "porcherie" inventate per la supremazia sui cristiani.
Ora nella sfera ortodossa, chi deteneva il primato in amore verso il popolo della santa orodossia (Primus inter pares), accecato dalla forza distruttiva del "Principe di questo mondo", ha imbracciato lo scetro errato e spronato dal demonio ha iniziato una guerra senza quartiere per dimostrare che, nonostante il suo prestigio è finito e si è ridotto a pochissimi fedeli nel suo territorio turco, sfida tutte le altre Giurisdizioni, come un novello Don Chisciotte, per sottometerle alla sua volontà malefica e anticristiana.
E nella sfera ortodossa, la pulce, inizia a tossire ed alzare la voce contro l'elefante in termini di Fede e rappresentanza numerica di fedeli. Questa sfida è iniziata nella martoriata terra Ukraina, dove "Zio Bartolo" si è rimangiato tutto ciò che qualche mese prima, aveva asserito nei confronti di coloro che in questa nazione avevano, per ingordigia personale, aperto uno scisma e diviso il popolo della santa Ukraina.
Per comprendere meglio questo travaglio, vi invito a leggere l'artico estratto dal sito del confratello e concelebrante Padre
Ambrogio di Torino:
" Il Patriarcato ecumenico vanta una giurisdizione universale? "
di Petrus Antiochenus
Orthodox Synaxis, 19 dicembre 2019
Ora non abbiamo più solo "Zio Ciccio", ma anche "Zio Bartolo" che pretendono, ognuno nella sua giursidizione di essere il "Dio sulla terra", dimenticando il consiglio del Figlio di Dio ai litigiosi apostoli: "Chi vuol essere il primo, sia l'ultimo".
Le due città (Roma antica e Nuova Roma), si contengono il primato negativo di chi è e vuole essere ed avere un primato umano su tutti gli altri popoli cristiani, come se questo primato servisse per salvarsi l'anima e purificarla da tutte le "porcherie" inventate per la supremazia sui cristiani.
Ora nella sfera ortodossa, chi deteneva il primato in amore verso il popolo della santa orodossia (Primus inter pares), accecato dalla forza distruttiva del "Principe di questo mondo", ha imbracciato lo scetro errato e spronato dal demonio ha iniziato una guerra senza quartiere per dimostrare che, nonostante il suo prestigio è finito e si è ridotto a pochissimi fedeli nel suo territorio turco, sfida tutte le altre Giurisdizioni, come un novello Don Chisciotte, per sottometerle alla sua volontà malefica e anticristiana.
E nella sfera ortodossa, la pulce, inizia a tossire ed alzare la voce contro l'elefante in termini di Fede e rappresentanza numerica di fedeli. Questa sfida è iniziata nella martoriata terra Ukraina, dove "Zio Bartolo" si è rimangiato tutto ciò che qualche mese prima, aveva asserito nei confronti di coloro che in questa nazione avevano, per ingordigia personale, aperto uno scisma e diviso il popolo della santa Ukraina.
Per comprendere meglio questo travaglio, vi invito a leggere l'artico estratto dal sito del confratello e concelebrante Padre
Ambrogio di Torino:
" Il Patriarcato ecumenico vanta una giurisdizione universale? "
di Petrus Antiochenus
Orthodox Synaxis, 19 dicembre 2019
In una lettera (tradotta qui di seguito) datata 14 dicembre 2018
all'allora metropolita Oleksandr (Drabinko), accettandolo nel
Patriarcato ecumenico e assolvendolo dalle eventuali sanzioni canoniche
imposte da qualsiasi altra giurisdizione, il patriarca Bartolomeo fa
l'allarmante affermazione che il patriarca di Costantinopoli "ha la
responsabilità indiscutibile di giudicare ovunque le questioni
ecclesiastiche e di dare loro una conclusione definitiva". Questa
affermazione va ben oltre la procedura canonica di appello e si avvicina
a una pretesa quasi-papale a una giurisdizione universale. Inoltre,
dato che il patriarca Bartolomeo ha conseguito un dottorato in diritto
canonico dal Pontificio Istituto Orientale, deve essere consapevole del
fatto che il diritto di Costantinopoli di avere l'ultima parola negli
affari di altre chiese è tutt'altro che "indiscutibile", perché il
canonista del XII secolo Ioannis Zonaras, citato da san Nicodemo della
Santa Montagna sul suo Pedalion (Timone), respinge qualsiasi diritto di
questo genere.
Il testo della lettera del patriarca Bartolomeo è il seguente:
Vostra Eminenza Aleksandr, metropolita di Perejaslav-Khmelnitskij e
Vishnevoe, amato fratello nello Spirito Santo e concelebrante della
nostra mediocrità, che vostra Eminenza sia benedetta con la pace da Dio.
Dopo che lei, Eminenza, si è rivolto alla nostra mediocrità e ha
presentato il suo caso a noi, per grazia di Dio, arcivescovo di
Costantinopoli-Nuova Roma, non solo come a colui che per la provvidenza
della Chiesa ha indiscutibilmente la responsabilità di giudicare ovunque
le questioni ecclesiastiche e di dare loro una conclusione definitiva,
ma anche come al suo canonico padre e maestro, dal momento che la sua
diocesi è stata restaurata dalla sua antica amministrazione irregolare
da parte di un'altra giurisdizione ecclesiastica, e che dopo la
ritrattazione e la cancellazione della Carta del nostro illustre
predecessore Dionisio IV, è territorio della grande Chiesa di Cristo a
Costantinopoli, siamo giunti alla decisione di unirla, attraverso questa
nostra Carta patriarcale, alla giurisdizione della nostra Santissima
Sede Ecumenica Apostolica e Patriarcale, con il vostro venerabile clero e
i laici devoti, rimuovendo ogni responsabilità, peso o altro
comportamento oneroso a lei imposto da qualsiasi corpo ecclesiastico, o
punizione, accettando pienamente tutto ciò che riguarda le
responsabilità pastorali del suo episcopato [da lei compiute].
E
così, la adorniamo attraverso la preghiera paterna e la nostra
benedizione patriarcale, conferendole il nostro bacio fraterno e
invochiamo con tutto il cuore su di lei la grazia e la misericordia di
Dio venerato nella Trinità, a cui sia gloria e potenza nei secoli.
.................. Da Padre amorevole, premuroso, benevolo, è diventato
Patrigno disgustoso, arrogante, sprezzante, scortese.
O Signore abbi
misericordia di Lui e proteggi i tuoi Figli dalla sua arroganza.
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