giovedì 13 dicembre 2018

Il Metropolita Luca (Kovalenko) di Zaporozh'e e Melitopol' si chiede e lo chiediamo anche noi, fedeli ortodossi, del Grande e Santo Patriarcato di Mosca: "Quale madre aiuta a torturare un suo figlio?" Queste sono le conseguenze dello scellerato atto in terra ukraina del sultano turco dell'oramai disgregato patriarcato ecumenico.

Caratteristiche della soteriologia (la scienza della salvezza) di Istanbul: la risposta del metropolita Luka a un invito a prendere parte a un concilio di ladri 
del metropolita Luka (Kovalenko)

Diocesi di Zaporozh'e, 9 dicembre 2018
Orthochristian.com, 11 dicembre 2018



Nella lettera qui sotto, sua Eminenza il metropolita Luka di Zaporozh'e e Melitopol' risponde agli inviti inviati dal Patriarcato di Costantinopoli per prendere parte al suo cosiddetto "concilio di unificazione" che mira a creare una nuova chiesa in Ucraina. Il metropolita Luka non ha esitato a dire la sua opinione durante la crisi ecclesiastica recente e in corso, e questa lettera non fa eccezione. Mentre sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina ha scelto di restituire il suo invito senza risposta a Costantinopoli, dandoci un esempio di mitezza e umiltà, il metropolita Luca ci offre un esempio di zelo ardente e giusto, due esempi che sono entrambi buoni e necessari nella Chiesa.
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Caro leale suddito della Repubblica di Turchia, signor Bartolomeo!
(meglio conosciuto come "Patriarca ecumenico")

Dai media abbiamo appreso che attraverso i funzionari governativi sta inviando inviti al "concilio degli empi" (Ps 1:1). A questo proposito, mi consenta di esprimere a lei e ai suoi messaggeri la mia sentita gratitudine per i tentativi che sta facendo, attraverso l'apparato statale dell'Ucraina e la manipolazione delle norme del diritto canonico, per distruggere la Chiesa ortodossa ucraina (successore della Chiesa nata nel fonte battesimale nel Dnepr) precedentemente riconosciuta da lei come l'unica Chiesa ortodossa canonica in Ucraina! Grazie per cosa, chiederà? Perché con le sue azioni aiuta il nostro gregge ortodosso a entrare nel Regno di Dio, sottoponendolo alle discriminazioni e alle persecuzioni che subisce al momento. Sfortunatamente, probabilmente non conosce il saggio proverbio del nostro popolo: "l'amore non può essere forzato". Le sue azioni sono le azioni di una persona accecata dal fulgore immaginario di un potere imperiale. Con la sua partecipazione a progetti politici volti a dividere l'unità della Chiesa, ha già messo in serio dubbio il suo status onorato di primo ierarca nell'Ortodossia.
Lei dichiara di rappresentare oggi nella sua persona la "Chiesa madre" del popolo ucraino. Tuttavia, per qualche motivo, agisce come ispiratore ideologico di una campagna su larga scala volta a incitare all'odio verso la Chiesa ortodossa ucraina, il sequestro dei suoi luoghi santi, la persecuzione del suo gregge, oltre che a minare la posizione della Chiesa ortodossa in Ucraina di fronte al crescente slancio a favore della "crociata" uniate sulle terre ortodosse ancestrali! Quale madre aiuta a torturare un suo figlio?
Quelli che attendono l'imminente arrivo di un Tomos non hanno paura di urlare alle loro riunioni slogan come: "Morte ai nemici!", E sotto le mura della nostra amministrazione diocesana – "I preti di Mosca alla forca, come i comunisti!". Questo è il modo in cui i suoi nuovi allievi trattano noi e in generale la Chiesa ortodossa ucraina, che era in comunione eucaristica con la sede a lei affidata. Dietro questi slogan stanno cose terribili: il predominio dell'opportunità politica in ogni importante questione della vita della Chiesa, il regno di totale persecuzione contro una Chiesa che non corrisponde alla linea ideologica generale dell'élite al governo, la dissacrazione di lughi e oggetti santi, e la perversione dei canoni da parte di antichi avversari dell'Ortodossia, che si stanno ora travestendo attivamente nelle vesti del progetto autocefalo da lei sospinto.
È pronto a credere lei stesso nel "dio nazionale ucraino", o è solo un tentativo di portare la nostra gente sotto il suo omoforio? Oppure, cosa assolutamente mostruosa, i processi da lei provocati hanno come fondamento i soliti interessi mercantili?
Nei suoi tentativi di subordinare tutte le Chiese ortodosse al trono di Costantinopoli (come ha fatto la Chiesa cattolica) si dimentica che non c'era un sacerdote ma un cesare al potere, al tempo dell'impero bizantino – un impero che non esiste più da molti secoli. E una delle ragioni della sua scomparsa – forse quella principale – è che in un certo momento alcuni dei suoi predecessori, i patriarchi bizantini, hanno permesso alla fede di diventare una moneta di scambio nei giochi della grande politica. È un peccato che lei non ne tenga conto o che se ne sia deliberatamente dimenticato. Dopo tutto, più di 500 anni fa, fu precisamente un tradimento della fede ortodossa da parte di Costantinopoli e la sua dipartita nell'unione con Roma, e non le circostanze geopolitiche del tempo, che divenne la forza trainante dietro l'acquisizione di indipendenza dell'Ortodossia da Bisanzio nelle terre della Rus'.
Grazie a lei, signor Bartolomeo, che sta aiutando la nostra salvezza. L'unica cosa che il clero (che il suo Trono, per qualche ragione assurda, ha pensato fosse proprio) e il gregge le chiedono è: cosa le ha impedito di ascoltarci in primavera? Cosa le ha oscurato così tanto la mente, che si considera il patriarca di tutto il mondo? Forse, il suo prossimo passo sarà la dichiarazione che anche questo mondo è stato creato dalla non-esistenza da parte sua?
Con gratitudine e con la speranza nella comprensione di Dio verso ognuno di noi,
Luka
Metropolita di Zaporozh'e e Melitopol'

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