mercoledì 20 ottobre 2010

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Alcuni Padri sull’ “indegnità” di ricevere i Santi Misteri


Non dobbiamo evitare la Comunione perché stimiamo essere peccatori. Dobbiamo avvicinarci a essa più spesso per la guarigione dell’anima e la purificazione dello spirito, ma con tale umiltà e fede che considerandoci immeritevoli, desideriamo ancor di più la medicina per le nostre ferite. Invece, non è bene ricevere la comunione una volta per anno, come certe persone fanno, considerando la santificazione dei Misteri celeste a disposizione solo dei santi. E’ meglio pensare che dandoci grazia, il sacramento ci rende puri e santi. Tali persone [che fanno raramente la comunione] manifestano più orgoglio che umiltà, perché quando essi la ricevono, si ritengono di esserne meritevoli.  Sarebbe molto meglio se, in umiltà di cuore, sapendo che non siamo mai degni dei Santi Misteri, li ricevessimo ogni domenica per la guarigione dei nostri mali, piuttosto di pensare, accecati dall’orgoglio, che tra un anno diventeremo degni di riceverli.
S. Giovanni Cassiano
(Conferenza 23, capitolo 21)
Il Pane che davvero rafforza il cuore dell’uomo ci otterrà ciò: esso infiammerà in noi l’ardore per la contemplazione, distruggendo il torpore che ci appesantisce l’anima; esso è il Pane che è disceso dal Cielo per portare Vita; è il Pane che dobbiamo cercare in ogni modo. Dobbiamo essere continuamente occupati con il banchetto eucaristico per non morire di fame. Dobbiamo vigilare perché la nostra anima non diventi anemica e malata, restando a distanza di questo cibo con il pretesto della reverenza per il sacramento. Al contrario, dopo aver detto i nostri peccati al sacerdote, dobbiamo bere del Sangue espiatorio.
S. Nicola Cabasilas
(La vita in Cristo)
Talvolta si sente dire da certe persone che evitano di avvicinarsi ai Santi Misteri perché si considerano indegni. Ma chi mai ne è degno? Nessuno sulla terra ne è degno, ma chiunque confessi i suoi peccati con contrizione del cuore e si avvicini al Calice di Cristo con coscienza della propria indegnità, il Signore non lo respingerà, secondo le Sue parole: “Colui che viene a me, non lo respingerò” (Giovanni 6,37).
S. Arsenio, il russo di Stavronikita
(Monastero athonita di San Panteleimon, -
Manifesti athoniti, No. 105, pubblicati nel 1905)

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