Domenica 28 Febbraio 2010
Seconda Domenica di Quaresima
‘San Gregorio Palamas’
Tono V
Antifone della festa:
I Antifona
1) Lettore: Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo,
Seconda Domenica di Quaresima
‘San Gregorio Palamas’
Tono V
Antifone della festa:
I Antifona
1) Lettore: Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo,
ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste.
Coro: Tes presvìes tis Theotòku,Sòter, sòson imàs.
Lettore: Dhòxa to Patrì, kje to Iiò, kje to Aghìo Pnèvmati.
Kje nin, kje aì, kje is tus eònas ton eònon. Amìn.
Coro: Tes presvìes tis Theotòku,Sòter, Sòson imàs.
II Antifona
2) Lettore: O Kìrios evasìlefsen, efprèpianenedhìsato,
II Antifona
2) Lettore: O Kìrios evasìlefsen, efprèpianenedhìsato,
enedhìsatoo Kìrios dhìnamin ke periezòsato.
Coro: Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàsek nekròn,
psàllondàs si:Alliluia.
Lettore: Dhòxa to Patrì, kje to Iiò, kje to Aghìo Pnèvmati.
Lettore: Dhòxa to Patrì, kje to Iiò, kje to Aghìo Pnèvmati.
Kje nin, kje aì, kje is tus eònas ton eònon. Amìn
Coro: O monoghjenìs Iiòs kje Lògos tu Theù, athànatos ipàrchon,
kje katadhexàmenos dhià tin imetèran sotirìan
sarkothìne ek tis Aghìas Theotòku kje aiparthènu Marìas,
atrèptos enanthropìsas, stavrothìs te, Chrìstè o Theòs,
thanàto thànaton patìsas, is on tis Aghìas Triàdos,
sindhoxazòmenos to Patrì kje to Aghìo Pnèvmati, sòson imàs.
III Antifona
3) Lettore: Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo,
III Antifona
3) Lettore: Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo,
alalàxomen to Theò toSotìri imòn.
Coro: Ton sinànarchon Lògon
Patrì ke Pnèvmati, ton ek
Parthènu techtènda is sotirìan
imòn, animnìsomen,
pistì, ke proskinìsomen;
òti ivdhòkise sarkì anelthìn
en to stavrò, ke thànaton
ipomìne, ke eghìre tus tethneòtas
en ti endhòxo anastàsi aftù.
Tropari
Tono V
Ton sinànarchon Lògon
Patrì ke Pnèvmati, ton ek
Parthènu techthènda is sotirìan
imòn, animnìsomen,
pistì, ke proskinìsomen;
òti ivdhòkise sarkì anelthìn
en do stavrò, ke thànaton
ipomìne, ke eghìre tus tethneòtas
en ti endhòxo anastàsi aftù.
Tropario del Santo della Chiesa
Cantiamo la sposa di Cristo degna di ogni lode,
la divina Caterina, protettrice del Sinai,
nostro aiuto e soccorso:
essa ha splendidamente chiuso la bocca
con la spada dello spirito ai più abili
tra gli empi, ed ora incoronata come martire,
chiede per tutti la grande misericordia.
Kondakion
Ti ipermàcho stratigò ta
nikitìria, * os litrothìsa ton
dhinòn efcharistìria *
anagràfo sì i pòlis su,
Theotòke. * All’os èchusa to
kràtos aprosmàchiton, * ek
pandìon me kindhìnon
elefthèroson, * ìna kràzo si:
Chère, Nìmfi anìmfefte.
APOSTOLOS
- Tu, o Signore, ci custodirai e ci guarderai
da questa gente per sempre. (Sal. 11,8)
- Salvami, Signore, perché non c’è più un
uomo fedele; perché è scomparsa la fedeltà
tra i figli degli uomini. (Sal. 11,2)
Lettura dalla lettera di San Paolo agli Ebrei.
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli. Essi
periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti
come un vestito. Come un mantello li avvolgerai,
come un abito, e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi
non avranno fine. A quale degli angeli poi
ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché
io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi? Non sono essi tutti spiriti incaricati di
un ministero, invitati per servire coloro che
devono ereditare la salvezza? Proprio per
questo bisogna che ci applichiamo con
maggiore impegno a quelle cose che abbiamo
udito, per non andare fuori strada.
Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo
degli angeli si è dimostrata salda, e ogni
trasgressione e disobbedienza ha ricevuto
giusta punizione, come potremo scampare
noi se trascuriamo una salvezza così grande?
Questa infatti, dopo essere stata promulgata
all’inizio dal Signore, è stata confermata
in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita.
Alliluia (3 volte)
- Canterò in eterno la tua misericordia, o
Signore, con la mia bocca annunzierò la tua
fedeltà di generazione in generazione.
(Sal.88,2)
Alliluia (3 volte)
- Poiché hai detto: “La mia grazia durerà
per sempre”; la tua verità è fondata nei cieli.
(Sal. 88,3)
Alliluia (3 volte)
VANGELO (Mc. 2, 1-12)
In quel tempo Gesù entrò a Cafarnao.
Si seppe che era in casa e si radunarono
tante persone, da non esserci più
posto neanche davanti alla porta, ed egli
annunziava loro la parola. Si recarono
da lui con un paralitico portato da quattro
persone. Non potendo però portarglielo
innanzi, a causa della folla,
scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli
si trovava e, fatta un’apertura, calarono
il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico:
“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Seduti là erano alcuni scribi che
pensavano in cuor loro: “Perché costui
parla così? Bestemmia! Chi può rimettere
i peccati se non Dio solo?”. Ma
Gesù, avendo subito conosciuto nel suo
spirito che così pensavano tra sé, disse
loro: “Perché pensate così nei vostri
cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico:
Ti sono rimessi i peccati, o dire:
Alzati , prendi il tuo lettuccio e cammina?
Ora, perché sappiate che il Figlio
dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere
i peccati, ti ordino disse al paralitico
alzati, prendi il tuo lettuccio e và
a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo
lettuccio e se ne andò in presenza di
tutti e tutti si meravigliarono e lodavano
Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto
nulla di simile!”.
MEGALINARION
Epì sì chèri, Kecharitomèni,
pàsa i ktìsis, * anghèlon to
sìstima ke anthròpon to
ghènos, * ighiasmène naè ke
paràdhise loghikè, *
parthenikòn kàfchima, * ex
ìs Theòs esarkòthi, * ke
pedhìon ghègonen * o pro
eònon ipàrchon Theòs imòn.
* Tin gàr sìn mìtran thrònon
epìise, * ke tin sìn gastèra
platitèran * uranòn *
apirgàsato. * Epì sì chèri, *
Kecharitomèni, * pàsa i
ktìsis, * dhòxa si.
In te si rallegra, o piena di
grazia, tutto il creato: e gli
angelici cori e l’umana progenie,
o tempio santo e razionale
paradiso, vanto delle
vergini. Da te ha preso
carne Dio ed è divenuto
bambino colui che fin dall’eternità
è il Dio nostro. Del
tuo seno infatti egli fece il
suo trono, rendendolo più
vasto dei cieli. In te, o piena
di grazia, si rallegra tutto il
creato. Gloria a te.
KINONIKON
Enìte ton Kìrion ek ton uranòn;
enìte aftòn en tis ipsìstis.
Alliluia (3 volte).
Ìdhomen to fos to alithinòn,
elàvomen Pnèvma epurànion,
èvromen pìstin alithì,
adhièreton Triàdha proskinùndes.
Àfti gar imàs èsosen.
Coro: Ton sinànarchon Lògon
Patrì ke Pnèvmati, ton ek
Parthènu techtènda is sotirìan
imòn, animnìsomen,
pistì, ke proskinìsomen;
òti ivdhòkise sarkì anelthìn
en to stavrò, ke thànaton
ipomìne, ke eghìre tus tethneòtas
en ti endhòxo anastàsi aftù.
Tropari
Tono V
Ton sinànarchon Lògon
Patrì ke Pnèvmati, ton ek
Parthènu techthènda is sotirìan
imòn, animnìsomen,
pistì, ke proskinìsomen;
òti ivdhòkise sarkì anelthìn
en do stavrò, ke thànaton
ipomìne, ke eghìre tus tethneòtas
en ti endhòxo anastàsi aftù.
Tropario del Santo della Chiesa
Cantiamo la sposa di Cristo degna di ogni lode,
la divina Caterina, protettrice del Sinai,
nostro aiuto e soccorso:
essa ha splendidamente chiuso la bocca
con la spada dello spirito ai più abili
tra gli empi, ed ora incoronata come martire,
chiede per tutti la grande misericordia.
Kondakion
Ti ipermàcho stratigò ta
nikitìria, * os litrothìsa ton
dhinòn efcharistìria *
anagràfo sì i pòlis su,
Theotòke. * All’os èchusa to
kràtos aprosmàchiton, * ek
pandìon me kindhìnon
elefthèroson, * ìna kràzo si:
Chère, Nìmfi anìmfefte.
APOSTOLOS
- Tu, o Signore, ci custodirai e ci guarderai
da questa gente per sempre. (Sal. 11,8)
- Salvami, Signore, perché non c’è più un
uomo fedele; perché è scomparsa la fedeltà
tra i figli degli uomini. (Sal. 11,2)
Lettura dalla lettera di San Paolo agli Ebrei.
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli. Essi
periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti
come un vestito. Come un mantello li avvolgerai,
come un abito, e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi
non avranno fine. A quale degli angeli poi
ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché
io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi? Non sono essi tutti spiriti incaricati di
un ministero, invitati per servire coloro che
devono ereditare la salvezza? Proprio per
questo bisogna che ci applichiamo con
maggiore impegno a quelle cose che abbiamo
udito, per non andare fuori strada.
Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo
degli angeli si è dimostrata salda, e ogni
trasgressione e disobbedienza ha ricevuto
giusta punizione, come potremo scampare
noi se trascuriamo una salvezza così grande?
Questa infatti, dopo essere stata promulgata
all’inizio dal Signore, è stata confermata
in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita.
Alliluia (3 volte)
- Canterò in eterno la tua misericordia, o
Signore, con la mia bocca annunzierò la tua
fedeltà di generazione in generazione.
(Sal.88,2)
Alliluia (3 volte)
- Poiché hai detto: “La mia grazia durerà
per sempre”; la tua verità è fondata nei cieli.
(Sal. 88,3)
Alliluia (3 volte)
VANGELO (Mc. 2, 1-12)
In quel tempo Gesù entrò a Cafarnao.
Si seppe che era in casa e si radunarono
tante persone, da non esserci più
posto neanche davanti alla porta, ed egli
annunziava loro la parola. Si recarono
da lui con un paralitico portato da quattro
persone. Non potendo però portarglielo
innanzi, a causa della folla,
scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli
si trovava e, fatta un’apertura, calarono
il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico:
“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Seduti là erano alcuni scribi che
pensavano in cuor loro: “Perché costui
parla così? Bestemmia! Chi può rimettere
i peccati se non Dio solo?”. Ma
Gesù, avendo subito conosciuto nel suo
spirito che così pensavano tra sé, disse
loro: “Perché pensate così nei vostri
cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico:
Ti sono rimessi i peccati, o dire:
Alzati , prendi il tuo lettuccio e cammina?
Ora, perché sappiate che il Figlio
dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere
i peccati, ti ordino disse al paralitico
alzati, prendi il tuo lettuccio e và
a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo
lettuccio e se ne andò in presenza di
tutti e tutti si meravigliarono e lodavano
Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto
nulla di simile!”.
MEGALINARION
Epì sì chèri, Kecharitomèni,
pàsa i ktìsis, * anghèlon to
sìstima ke anthròpon to
ghènos, * ighiasmène naè ke
paràdhise loghikè, *
parthenikòn kàfchima, * ex
ìs Theòs esarkòthi, * ke
pedhìon ghègonen * o pro
eònon ipàrchon Theòs imòn.
* Tin gàr sìn mìtran thrònon
epìise, * ke tin sìn gastèra
platitèran * uranòn *
apirgàsato. * Epì sì chèri, *
Kecharitomèni, * pàsa i
ktìsis, * dhòxa si.
In te si rallegra, o piena di
grazia, tutto il creato: e gli
angelici cori e l’umana progenie,
o tempio santo e razionale
paradiso, vanto delle
vergini. Da te ha preso
carne Dio ed è divenuto
bambino colui che fin dall’eternità
è il Dio nostro. Del
tuo seno infatti egli fece il
suo trono, rendendolo più
vasto dei cieli. In te, o piena
di grazia, si rallegra tutto il
creato. Gloria a te.
KINONIKON
Enìte ton Kìrion ek ton uranòn;
enìte aftòn en tis ipsìstis.
Alliluia (3 volte).
Ìdhomen to fos to alithinòn,
elàvomen Pnèvma epurànion,
èvromen pìstin alithì,
adhièreton Triàdha proskinùndes.
Àfti gar imàs èsosen.
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