La responsabilità richiede libertà
Sulla caduta dell’uomo
“Perché il Signore ha creato l’uomo
dandogli la possibilità di scegliere di peccare? Perché altrimenti
l’uomo sarebbe stato in comunicazione con il Creatore non per libera
scelta ma per costrizione e ciò non si può definire una espressione di
amore ma di forza (violenza, coercizione). Perché anche quando tu
costringi con la forza il tuo schiavo a starti vicino ad ubbidirti non
lo tratti da tuo amico, è invece tuo amico quando sceglie liberamente
di farlo. Al Signore non piace tutto ciò che si ottiene con la forza ma
quello che si ottiene con la virtù. La virtù si raggiunge con la
libera scelta e non con la costrizione... Colui dunque che accusa il
Creatore di non averci creato con una natura senza peccato preferisce
una natura irrazionale piuttosto che razionale, una natura immobile
senza impeto piuttosto che alla volontà e agli atti concreti.” (S.
Basilio il Grande)
L’uomo si evolve e cambia. La
creazione accidentale non può essere cambiata dalla sua fase iniziale “
il cielo e la terra sono stati messi al loro posto dall’inizio della
creazione e cosi anche il sole, la luna e la terra” non hanno “ una
loro volontà”. “ Tu però per questo sei stato creato a Sua immagine e
somiglianza, perché così come Dio e’ indipendente (libero) e fa ciò che
vuole.... anche tu sei indipendente (libero) e volendo puoi anche
annientarti (decadere). La tua natura non cambia, se vuoi bestemmiare,
produrre veleni e uccidere, nessuno te lo vieta e te lo impedirà.
Volendo ubbidire al Signore si percorre il sentiero della giustizia (II
Pietro, 2, 21) e domina sui propri desideri, perché lo stesso
intelletto è un nemico che può padroneggiare con vigorosa razionalità
sugli impulsi della cattiveria e sugli obbrobri desideri . (S. Macario
l’Egiziano.)
L’uomo è responsabile delle proprie azioni e la responsabilità presuppone libertà. È per questo che nelle azioni degli uomini non esiste costrizione. La loro fonte è la propria volontà. “Dunque il Creatore di ogni cosa ci creò con una natura libera, si rivela a noi tramite le sue opere di bene (e questa particolarità esprime un atto di amore verso gli uomini), e siccome conosce bene i segreti più reconditi e tutto ciò che e’ nel profondo della nostra anima, ci incita, ci consiglia e previene le nostre cattive azioni ma non ci costringe (ad evitarle) cosi come il medico prescrive le medicine giuste al malato ma e’ il malato stesso che decide se prenderle o meno” (S. G. Crisostomo)
Come può l’uomo sapere se è mutabile o no?
Per venire a conoscenza di questo “deve rientrare e rimanere in quello stato di benessere e di grazia” ( S. G. Damascheno) ubbidendo al comandamento proibitorio: “E Dio disse: Io vi do’ ogni erba che fa seme sulla superficie della terra e ogni albero fruttifero, questo vi servirà di nutrimento....” Gen. 1:29). “E l’Eterno Iddio diede all’uomo questo comandamento “ Mangia pure liberamente del frutto di ogni albero del giardino, ma del frutto dall’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morirai” ( Gen. 2: 16-17).
Dio, creando l’uomo con la possibilità di cambiare (mutare), gli ha dato la libertà di decidere quale atteggiamento vuole avere anche rispetto al proprio Creatore, così gli ha permesso di non dipendere per qualsiasi cosa dalla sua natura umana. Nello stesso tempo però “non ha permesso che tutto questo carico dipendesse solo dai desideri per non esaurire con la fatica le virtù ma indica alla coscienza come deve comportarsi, solo con la fatica si riescono ad avere dei frutti” (S. G. Crisostomo).
L’uomo è stato creato con la parola di Dio “a sua immagine e somiglianza”. Nella natura umana è stato trapiantato qualcosa dallo spirito del Verbo, così che “ l’uomo può essere ad esempio protetto parzialmente dall’ombra del Verbo e diventare ragionevole, con la possibilità di scegliere di rimanere in uno stato di felicità, vivendo la vita in modo vero e paradisiaco come i santi. Perché ancora una volta sapeva che la volontà degli esseri umani ha la capacità di volgersi sia verso il bene sia verso il male, ha prevenuto e (assicurato) tramite leggi e modi di vivere la grazia data a loro. Cioè li ha messi (rimessi) nel paradiso e gli ha dato dei comandamenti (delle leggi). Cosi che mantenendosi in grazia, rimanendo dalla parte del bene, potranno vivere in paradiso senza afflizioni, dolori e pesi e tranne questo hanno la promessa dell’immortalità celeste” (S. Atanasio).
La legge che è stata data da Dio agli uomini era un atto di amore. Ha donato agli uomini la delizia (godimento) del paradiso con un solo divieto “ per poter essere sotto il Signore, è opportuno obbedire e rimettersi ai comandamenti di Lui” (S. G. Crisostomo).
Di sua volontà l’uomo rifiutò questa sovranità ed abbandonò il posto che gli era stato dato da Dio nella creazione. Non ha voluto nessun centro di riferimento al di fuori di se stesso e cambiò se stesso in una creatura egoista, lontana dalla comunione di amore con Dio e senza responsabilità per la creazione. In più ha cessato di avvicinarsi alla creazione con un senso di responsabilità, la sua sola cura era di poter estrarre quanto più potesse a suo vantaggio. Cosi, nel tentativo di raggiungere il suo obiettivo senza Dio, ha perso tutto e ha guadagnato solo la consapevolezza della sua nudità!
“ E il serpente disse alla donna: ” Voi non morirete affatto, ma Dio sa’ che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male.” E la donna vide che il frutto dell’albero era buono da mangiare, che era bello a vedere e che l’albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto e ne mangiò, e ne dette anche a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò. Allora si apersero gli occhi ad ambedue e si accorsero che erano ignudi e cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture” (Gen. 3, 4-7)
Perché Dio non ha creato l’uomo per natura senza peccato?
Perché allora l’uomo sarebbe stato costretto a rimanere in comunione con Dio e questo non avrebbe significato espressione di amore verso il suo Creatore. “Perché gli schiavi non li consideri amici quando li tieni in cattività ma solo quando di loro spontanea volontà svolgono i loro i compiti che gli sono stati assegnati. E a Dio, quindi, non piace ciò che è costrizione ma ciò che si ottiene tramite la virtù. Questa virtù si ottiene per libera scelta e non per costrizione.. ... Colui, pertanto, che accusa il Creatore del perché non ci ha creato senza peccati preferisce alla logica l’ irrazionalità e l’immobilità’ senza impeto alla buona fede e all’esempio” (S. Basilio).
“Perché dunque il Signore non mi ha creato virtuoso? Ma come hai detto? Portarti in cielo addormentato e dormiente mentre desideri il male, conduci una vita senza luce e abusi anche nel mangiare? In questo modo non eviti il male. Anche adesso che esiste la minaccia non ti allontani dal male, e se il paradiso non ti fosse prospettato come premio non avresti mai smesso di essere ozioso e peggiore? Ma neanche ti potrai giustificare dicendo ha dato sì dei beni ma non ha aiutato, perché ti ha sempre promesso di aiutarti” (S. G. Crisostomo).
La caduta dell’uomo, quindi, dalla posizione in cui l’aveva riposto il Creatore non è un risultato naturale ma una scelta dell’uomo stesso. Dio non ha voluto plasmare l’uomo dandogli la naturale irrazionalità degli animali ma lo ha dotato della libertà e della possibilità di convertire verso il bene, aiutato dalla innata coscienza, che lo spinge ad esso. Il Creatore ha dato all’uomo la legge affinché conoscesse che è mutevole e può cambiare e sentire che è sotto il dominio di Dio. Ma l’uomo ha fatto la sua scelta contro la volontà di Dio e in accordo con la volontà di Satana. Pensava che diventando autonomo avrebbe acquisito “il sapere” che l’avrebbe aiutato a superare la sua realtà di essere creato e avrebbe potuto essere identificato con Dio. Non nel modo che aveva indicato Dio, quando lo creò a “sua immagine e somiglianza”, ma con un modo di procedere , si potrebbe dire, automatico. Ma il risultato fu tragico: la sola cose a cui venne a conoscenza l’uomo dopo essersi ribellato al comandamento fu la sua stessa nudità.
† Padre Antonios Alevizopoulos L’uomo è responsabile delle proprie azioni e la responsabilità presuppone libertà. È per questo che nelle azioni degli uomini non esiste costrizione. La loro fonte è la propria volontà. “Dunque il Creatore di ogni cosa ci creò con una natura libera, si rivela a noi tramite le sue opere di bene (e questa particolarità esprime un atto di amore verso gli uomini), e siccome conosce bene i segreti più reconditi e tutto ciò che e’ nel profondo della nostra anima, ci incita, ci consiglia e previene le nostre cattive azioni ma non ci costringe (ad evitarle) cosi come il medico prescrive le medicine giuste al malato ma e’ il malato stesso che decide se prenderle o meno” (S. G. Crisostomo)
Come può l’uomo sapere se è mutabile o no?
Per venire a conoscenza di questo “deve rientrare e rimanere in quello stato di benessere e di grazia” ( S. G. Damascheno) ubbidendo al comandamento proibitorio: “E Dio disse: Io vi do’ ogni erba che fa seme sulla superficie della terra e ogni albero fruttifero, questo vi servirà di nutrimento....” Gen. 1:29). “E l’Eterno Iddio diede all’uomo questo comandamento “ Mangia pure liberamente del frutto di ogni albero del giardino, ma del frutto dall’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morirai” ( Gen. 2: 16-17).
Dio, creando l’uomo con la possibilità di cambiare (mutare), gli ha dato la libertà di decidere quale atteggiamento vuole avere anche rispetto al proprio Creatore, così gli ha permesso di non dipendere per qualsiasi cosa dalla sua natura umana. Nello stesso tempo però “non ha permesso che tutto questo carico dipendesse solo dai desideri per non esaurire con la fatica le virtù ma indica alla coscienza come deve comportarsi, solo con la fatica si riescono ad avere dei frutti” (S. G. Crisostomo).
L’uomo è stato creato con la parola di Dio “a sua immagine e somiglianza”. Nella natura umana è stato trapiantato qualcosa dallo spirito del Verbo, così che “ l’uomo può essere ad esempio protetto parzialmente dall’ombra del Verbo e diventare ragionevole, con la possibilità di scegliere di rimanere in uno stato di felicità, vivendo la vita in modo vero e paradisiaco come i santi. Perché ancora una volta sapeva che la volontà degli esseri umani ha la capacità di volgersi sia verso il bene sia verso il male, ha prevenuto e (assicurato) tramite leggi e modi di vivere la grazia data a loro. Cioè li ha messi (rimessi) nel paradiso e gli ha dato dei comandamenti (delle leggi). Cosi che mantenendosi in grazia, rimanendo dalla parte del bene, potranno vivere in paradiso senza afflizioni, dolori e pesi e tranne questo hanno la promessa dell’immortalità celeste” (S. Atanasio).
La legge che è stata data da Dio agli uomini era un atto di amore. Ha donato agli uomini la delizia (godimento) del paradiso con un solo divieto “ per poter essere sotto il Signore, è opportuno obbedire e rimettersi ai comandamenti di Lui” (S. G. Crisostomo).
Di sua volontà l’uomo rifiutò questa sovranità ed abbandonò il posto che gli era stato dato da Dio nella creazione. Non ha voluto nessun centro di riferimento al di fuori di se stesso e cambiò se stesso in una creatura egoista, lontana dalla comunione di amore con Dio e senza responsabilità per la creazione. In più ha cessato di avvicinarsi alla creazione con un senso di responsabilità, la sua sola cura era di poter estrarre quanto più potesse a suo vantaggio. Cosi, nel tentativo di raggiungere il suo obiettivo senza Dio, ha perso tutto e ha guadagnato solo la consapevolezza della sua nudità!
“ E il serpente disse alla donna: ” Voi non morirete affatto, ma Dio sa’ che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male.” E la donna vide che il frutto dell’albero era buono da mangiare, che era bello a vedere e che l’albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto e ne mangiò, e ne dette anche a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò. Allora si apersero gli occhi ad ambedue e si accorsero che erano ignudi e cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture” (Gen. 3, 4-7)
Perché Dio non ha creato l’uomo per natura senza peccato?
Perché allora l’uomo sarebbe stato costretto a rimanere in comunione con Dio e questo non avrebbe significato espressione di amore verso il suo Creatore. “Perché gli schiavi non li consideri amici quando li tieni in cattività ma solo quando di loro spontanea volontà svolgono i loro i compiti che gli sono stati assegnati. E a Dio, quindi, non piace ciò che è costrizione ma ciò che si ottiene tramite la virtù. Questa virtù si ottiene per libera scelta e non per costrizione.. ... Colui, pertanto, che accusa il Creatore del perché non ci ha creato senza peccati preferisce alla logica l’ irrazionalità e l’immobilità’ senza impeto alla buona fede e all’esempio” (S. Basilio).
“Perché dunque il Signore non mi ha creato virtuoso? Ma come hai detto? Portarti in cielo addormentato e dormiente mentre desideri il male, conduci una vita senza luce e abusi anche nel mangiare? In questo modo non eviti il male. Anche adesso che esiste la minaccia non ti allontani dal male, e se il paradiso non ti fosse prospettato come premio non avresti mai smesso di essere ozioso e peggiore? Ma neanche ti potrai giustificare dicendo ha dato sì dei beni ma non ha aiutato, perché ti ha sempre promesso di aiutarti” (S. G. Crisostomo).
La caduta dell’uomo, quindi, dalla posizione in cui l’aveva riposto il Creatore non è un risultato naturale ma una scelta dell’uomo stesso. Dio non ha voluto plasmare l’uomo dandogli la naturale irrazionalità degli animali ma lo ha dotato della libertà e della possibilità di convertire verso il bene, aiutato dalla innata coscienza, che lo spinge ad esso. Il Creatore ha dato all’uomo la legge affinché conoscesse che è mutevole e può cambiare e sentire che è sotto il dominio di Dio. Ma l’uomo ha fatto la sua scelta contro la volontà di Dio e in accordo con la volontà di Satana. Pensava che diventando autonomo avrebbe acquisito “il sapere” che l’avrebbe aiutato a superare la sua realtà di essere creato e avrebbe potuto essere identificato con Dio. Non nel modo che aveva indicato Dio, quando lo creò a “sua immagine e somiglianza”, ma con un modo di procedere , si potrebbe dire, automatico. Ma il risultato fu tragico: la sola cose a cui venne a conoscenza l’uomo dopo essersi ribellato al comandamento fu la sua stessa nudità.
Visione ortodossa del Male
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