Appello del Metropolita di Aleppo:
"Riportate la Pace in Siria!"
In un messaggio inviato a ZENIT, Mar Gregorios Yohanna Abramo, Metropolita di Aleppo, della Arcidiocesi Ortodossa di Siria, racconta la drammatica situazione del paese, proponendo una soluzione al conflitto in atto
di Mar Gregorios Yohanna Abramo
ALEPPO, venerdì, 17 agosto 2012 (ZENIT.org)
- I media hanno diffuso la notizia che Aleppo è stata attaccata e
bombardata, e questa è una parte essenziale della mia diocesi. Ero
turbato e ho pensato che questo è il momento giusto per stare con la mia
gente in Aleppo.
So che è pericoloso e così difficile, ma questo è uno dei doveri di
un pastore. Ringrazio tutti coloro che hanno scritto messaggi di
consolazione e di solidarietà per la nostra attuale situazione di stallo
in Siria. Mi scuso per il ritardo nella mia risposta, ma le
comunicazioni elettroniche sono diventae intermittenti e difficili.
La carenza di carburante, elettricità, acqua, pane, gas, benzina e
auto, oltre alle paralisi dei mercati e la disoccupazione si aggiunge
alla mancanza di sicurezza e caos.
Assistiamo ad un fenomeno senza precedenti in Siria, è il rapimento
di persone alla luce del sole. E’ fortunato chi riesce a negoziare il
riscatto. Inoltre, ci sono i blocchi stradali che i banditi hanno messo
su tutte le autostrade siriane.
Questo rende ogni viaggio molto rischioso e ha creato uno stato di
orrore, disgusto e grande incertezza. Non è più possibile godere della
convivenza pacifica che una volta era l’orgoglio della Siria.
Sono riuscito a lasciare Aleppo e a partecipare alla preghiera per la
pace nel mondo al Vertice dei rappresentanti delle religioni del mondo a
Enryakuji nel tempio sul Monte Hiei, a Kyoto in Giappone il 3 e 4
agosto.
La situazione attuale in Siria è drammatica. Più di 30.000 persone
sono state uccise, i feriti sono circa 200.000 feriti, con migliaia di
famiglie tra sfollati e rifugiati.
In questo momento non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel.
Inutile dire che sono molto triste, preoccupato e ho paura per quello
che è successo in Siria mia nel corso dell'ultimo anno e mezzo. Anche se
mantengo la speranza che una soluzione pacifica verrà trovata.
Vi invito a condividere con me ferventi preghiere per una soluzione
pacifica della crisi siriana, per la sicurezza, e la
stabilità. Speriamo che la Siria del futuro sarà un luogo sicuro e
confortevole per tutti i siriani a prescindere dalle loro differenze
religiose, culturali, linguistiche o etniche.
Dalla metà di marzo del 2011, il mio paese la Siria, che è nota al
mondo per la sua ricca storia, la cultura ed il sano ed esemplare
pluralismo, sta vivendo oggi un caos senza precedenti. Tutto è
cominciato con un movimento di protesta pacifica contro una corruzione
che dagli anni ottanta è diventata dilagante.
Una lunga e inaccettabile serie di pratiche illecite manifestata da
parte di alcuni funzionari siriani, hanno portato ad diffusa corruzione
che ha infestato molti dipartimenti dello Stato. Questo ha causato una
profonda insoddisfazione tra i cittadini siriani. Il giogo della
corruzione persistente ha scatenato il movimento di protesta.
Nel frattempo ci sono state ondate di cambiamento in Tunisia, Egitto,
Libia e Yemen. Le rivolte sono stati descritte come una "primavera
araba", che ha avuto un effetto domino. Molti siriani hanno pensato che
fosse il momento giusto per sradicare la corruzione, e cambiare il
sistema.
Nel bel mezzo delle rivolte popolari si è innescata la violenza, con
omicidi, rapimenti, atti di vandalismo, saccheggi, incendio degli
edifici governativi e impianti di pubblica utilità. La violenza ha
sconvolto e ridotto in frantumi il tessuto demografico e la antica
convivenza.
Così la città di Homs è diventata una città fantasma; con molti
quartieri deserte e parte in rovina. All'interno di questi quartieri,
molte case religiose di culto sono stati rovinati, in particolare sette
antiche chiese cristiane.
Migliaia di persone hanno perso la casa, molti hanno urgente bisogno e
cure mediche, con gli aiuti umanitari che hanno difficoltà a essere
recapitati e che sono ancora scarsi.
Alla fine di luglio, altre città in Siria sono state attaccate, come
Aleppo dove abbiamo trascorso giorni e notti preoccupati per il futuro
dell’intera popolazione.
Gli scenari che si prefigurano sono agghiaggianti: Guerra
civile; sanzioni delle Nazioni Unite; Un intervento militare sotto la
copertura del Consiglio di sicurezza dell’ONU; collasso completo delle
istituzioni statali; divisione della nazione in etnie e religioni.
Tuttavia sembra che tutti i siriani siano d'accordo per mantenere in
una nazione unita. I rivoltosi chiedono più libertà, chiedono maggiore
giustizia sociale, uno stato di diritto, più potere alla società civile,
l'unità e la co-esistenza. Essi hanno convenuto di lavorare insieme e
di opporci a coloro che vogliono diffondere il caos e l'anarchia che
minano il legame del tessuto nazionale e distruggere il concetto di
unità nazionale.
Una soluzione che potrebbe rivelarsi sostenibile, plausibile ed
efficace per affrontare le ragioni del movimento di protesta, è quella
di ristabilire uno stato di diritto per portare sicurezza, e stabilità.
Finora, l’iniziativa più importante per ristabilire la pace e la
stabilità in Siria è stata quella Kofi Annan, il quale chiedeva di
realizzare un cessate il fuoco duraturo tra le parti in conflitto in
Siria, per ristabilire la sicurezza e la normalità nella vita quotidiana
dei siriani.
Annan ha chiesto di poter portare aiuto umanitario necessario, ed
entrare liberamente e rapidamente, soprattutto nelle zone più sensibili.
Alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa dovrebbe essere consentito di
fornire l'assistenza umanitaria per tutti i bisognosi e in tutti i
settori. Inoltre Annan ha chiesto di poter rimpatriare tutti i cittadini
che hanno subito spostamenti forzati, interni ed esterni e la libertà
di immigrazione.
L'obiettivo principale dei negoziati è di liberare la Siria dalle grinfie del male, che sta strangolando la società siriana.
Per il ritorno della pace e della stabilità in Siria, è necessario un
Consiglio Nazionale che comprenda l'intero spettro del mosaico siriano.
Un accordo tra le fazioni belligeranti per garantire parità di diritti
per tutti i cittadini. Ricomporre le divisioni dell'esercito e il
ripristino della sua unità.
Stabilire un codice di condotta per i servizi di sicurezza siriani
per assicurare che gli errori del passato non si ripeta Più importante
di tutto è il ripristino della fiducia e il rispetto reciproco tra tutti
i cittadini.
Il Consiglio nazionale dovrebbe essere responsabile di un governo di
unità nazionale, che abbraccia tutte le parti, compresa l'opposizione
sia all'interno che all'esterno della Siria.
Il Nuovo governo dovrà: garantire elezioni libere ed eque per il
nuovo parlamento. Istituire una commissione in grado di sviluppare una
costituzione moderna e permanente, per assicurare l'eliminazione del
concetto di egemonia di individui, partiti politici o religiosi, una
norma già sperimentata in molti paesi arabi.
Disporre l'elezione di un nuovo presidente sotto la nuova
costituzione, un leader che possa tutelare gli interessi della Siria, e
riportarlo allo stato sicuro, sicuro, stabile, pacifico e democratico.
Infine, un appello a tutti i cittadini onesti e nobili della Siria,
per gli amanti della pace in tutto il mondo, e soprattutto dei
partecipanti all’incontro a Monte Hiei, per aiutare a fermare lo
spargimento di sangue in Siria, per riportare la pace, la prosperità,
la dignità e il conforto per il paese e la sua gente.
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