Ucraina - Messaggio del Santo Sinodo
Kiev, 26 luglio 2010. Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa.
Cari fratelli e amate sorelle nel Signore,
da oltre venti anni ci sono stati disordini continui, generati dallo scisma della Chiesa in Ucraina. Discordia e confusione, fazione e risentimento, che hanno portato, non possono non aver influito sulla vita degli ortodossi ucraini e della società nel suo complesso. Lo scisma ha avuto un impatto sulla vita delle persone e ha frustato l'armonia delle famiglie e della società. Ma il suo risultato più terribile è che una parte considerevole di fedeli è rimasta fino ad oggi al di fuori della comunione, della pienezza di grazia che dà l’Ortodossia universale. Essi sono privati della possibilità di venerare i santuari di una chiesa, di pregare insieme ai loro fratelli e sorelle nella fede, di nutrirsi del Corpo e del Sangue Prezioso di Cristo dallo stesso calice, perché il disastro principale, a cui inevitabilmente uno scisma porta, è una diminuzione della grazia divina. Secondo il primo canone di San Basilio Magno, è incontestabile che nelle comunità che si sono separate dalla comunione della Chiesa, la grazia ha cessato di essere impartita.
In tempi recenti, abbiamo ricevuto un numero crescente di testimonianze che molti di coloro che hanno lasciato la chiesa stanno diventando oppressi dalla situazione attuale. E' ancora più triste per noi, poiché “La nostra bocca vi ha parlato francamente, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto. (2 Cor. 6:11-2). Cosa c'è di più desiderabile che il ritorno dei fratelli nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica? Sarebbe un vero e proprio trionfo dell'ortodossia, un trionfo dell'amore di Cristo! Preghiamo per la venuta di quest'ora, quando coloro che hanno deviato nello scisma, naturalmente e liberamente dichiarino la loro volontà di tornare nella Chiesa, per il sospirato giorno che porterà pace e salvezza di tante anime. E crediamo che questo avverrà.
E’ peccato mortale per l'anima vivere nello scisma. Non c'è nulla di più spaventoso per un cristiano morire fuori della Chiesa. Molti di coloro che pensavano di tornare non sono riusciti a trovare la forza per farlo, altri sono stati trattenuti da circostanze esterne. Ma queste circostanze stanno diventando cose del passato. Adesso è il momento favorevole, ora è il giorno della salvezza (2 Cor. 6,2). La porta della chiesa è aperta. E noi siamo pronti ad accogliere tutti coloro che stanno tornando sotto la sua protezione. Infatti, secondo le parole di San Gregorio il Teologo, “Noi non cerchiamo di vincere i nostri fratelli, ma di unirci a loro, poiché la loro separazione ci addolora”.
Non c'è nulla di umiliante nella penitenza alla quale tutti sono chiamati dalla grazia di Dio, con umiltà e pazienza. E non ci sono ostacoli che impediscono alle persone di ritornare alla comunione nella chiesa poiché, come per il regno di Dio, ci sarà più gioia per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di pentirsi (Lc 15,7) .
La questione sollevata circa il modo di accettare il ritorno alla Chiesa, la grazia divina guarisce sempre ciò che è infermo e completa quello che manca. Secondo san Cipriano di Cartagine, al di fuori della Chiesa non c'è salvezza. E’ la Chiesa e solo la Chiesa che può guarire quello che è successo fuori, con grazia e vero pentimento. Guidata dallo Spirito Santo, saprà decidere le modalità con le quali accettare i suoi figli.
Siamo addolorati per l'unità turbata della chiesa e preghiamo che tutti coloro che sono al di fuori della comunione possano tornare alla Chiesa Ortodossa Ucraina. Chiediamo a Dio misericordioso che Cristo che è la via, la verità e la vita (Gv 14,6) possa guidare tutti sulla via dell'amore e dell’unità.
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