mercoledì 5 settembre 2012

Dal sito: http://tradizione.oodegr.com

Detti e fatti dalla vita del beato patriarca di Serbia sig. Pavle




La promessa monastica di povertà

A conclusione di una riunione del Santo Sinodo Serbo a Belgrado, il patriarca Pavle cominciò ad incamminarsi per andare, come era solito, al vespro nella Cattedrale. Uscendo vide nel parcheggio una folla di auto nere di lusso e chiese:
Di chi sono queste auto?
Appartengono ai vescovi che sono venuti al sinodo, vostra beatitudine, rispose un sacerdote che lo accompagnava.
O, che Dio li protegga! Ma con che cosa avrebbero circolato se non avessero fatto la promessa di povertà?
 

Ognuno vede ciò che vuole

Il diacono che accompagnava il Patriarca nelle sue uscite a Belgrado racconta della lezione che prese da lui una volta, mentre si recavano nella chiesa di Banovo Brdo*.
Che mezzo prendiamo? La macchina? chiese il diacono.
No, l’autobus! rispose il Patriarca con enfasi.
Ma l’autobus è sempre pieno e il calore è soffocante. Non è neanche vicino.
Andremo così, gli dice seccamente il Patriarca.
Vostra beatitudine, dice il diacono cercando di convincerlo, è estate e la gente va a fare il bagno nell’isola Cingalija e nella maggioranza sono mezzi nudi, non è giusto…
Padre, gli dice serenamente il patriarca, ognuno vede ciò che vuole!
 

 


 Aumento? Per quale motivo?

Il patriarca rifiutava spesso di prendere il suo stipendio e si accontentava della pensione che prendeva come vescovo a riposo di Raška e Prizren. Rammendava da solo i suoi vestiti e le sue scarpe… Alla fine gli rimanevano dei soldi dalla sua pensione che distribuiva ai poveri e per altre opere di beneficienza.
Certuni raccontano che, quando alcuni prelati chiesero un aumento dei salari nel 1962, Pavle – che a quel tempo era vescovo – disse stupito: “Perché deve esserci un aumento se non riusciamo a spendere neppure quello che abbiamo?”.
 


Lusso

La gente di Belgrado spesso incontrava il patriarca Pavle per strada, sul tram o sull’autobus. Una volta mentre camminava in viale Петер И per andare al patriarcato, si fermò accanto a lui una Mercedes ultimo modello. Al volante c’era un sacerdote di una ricca parrocchia di Belgrado.
Vostra beatitudine, La prego, mi permetta di darLe un passaggio dove desidera.
Il patriarca appena salito chiese:
Padre, di chi è questa auto di lusso?
È mia, vostra beatitudine!
Fermati subito! gli ordinò il patriarca.
Scese dalla macchina, fece umilmente il segno della croce, lo benedisse e disse:
Dio ti protegga!
 

 



Articolo di Jovan Janjic, dal giornale “Nasa Rec” 772/13-2-2004.

Traduzione a cura di © Tradizione Cristiana

 

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