martedì 11 settembre 2012



5 Settembre
Memoria del Santo Ieromartire Atanasio, Abate del Monastero di san Simeone lo Stilita di Brest-Litosvk.

 San Atanasio nacque nella provincia di Minsk nel 1596, nello stesso anno in cui si concluse la falsa Unione di Brest-Litosvk tra Roma e alcuni vescovi russi. Suo padre era un nobile lituano di modeste risorse economiche, nonostante ciò Atanasio acquisì un'ampiezza e una profondità di conoscenza a quei tempi eccezionale. Oltre alle lingue moderne e antiche e agli scritti dei Padri, era familiare con le opere dei filosofi e dei teologi occidentali.
Nel 1627, dopo aver trascorso parecchi anni come insegnate privato, divenne monaco al Monastero di Khutyn vicino a Orsha nella piccola Russia. Questo monastero era indipendente dalle forze di occupazioni polacche e, per tradizione, profondamente impegnato nella difesa dell'Ortodossia, a tal punto che era in grado di offrire un grande incoraggiamento al popolo Ortodosso di fronte della propaganda Romano-Cattolica. Atanasio partì per il suo cammino monastico in altri rinomati monasteri e fu ordinato sacerdote. Il Metropolita di Kiev, Peter Moghila, gli diede il compito di ristabilire il Monastero di Kupyatisk. In obbedienza a una rivelazione divina, Atanasio partì per Mosca, un lungo e pericoloso viaggio attraverso il territorio sotto l'occupazione polacca, al fine di chiedere l'assistenza economica per il restauro e di tenere informato lo zar riguardo alla sorte della Chiesa Ortodossa nelle terre a sud-ovest della Russia. Ottenne successo nella sua richiesta e così con l'aiuto della Madre di Dio, i lavori di restauro ebbero inizio. Due anni più tardi, Atanasio fu nominato Abate del Monastero di san Simeone lo Stilita in Brest-Litosvk. Da allora, fu un deciso e instancabile lottatore contro il proselitismo romano, vestito di riti e usanze ortodosse, conosciuto come Uniatismo.
Nei successivi otto anni, con la preghiera, la predicazione e attraverso i suoi scritti, il Santo consacrò tutte le sue forze nel rifiutare la falsa Unione e nel riportare coloro che si erano persi nel santo gregge di Cristo.
La popolazione dei territori occupati fu trattata brutalmente dai soldati polacchi e dai coloni, i missionari Gesuiti, da parte loro, non si astennero da qualsiasi mezzo che potesse servire a condurre le popolazioni della Piccola Russia alla loro fede. In questa situazione, Sant'Atanasio decise di chiedere al re della Polonia, Vladislav IV, che l'Ortodossia fosse trattata con più umanità. Il re fu commosso dalla sua richiesta e così stabilì un decreto che proibiva gli abusi che si erano verificati, ma i suoi ufficiali lo ignorarono. La condizione degli Ortodossi a Varsavia era particolarmente cattiva. Non era sconosciuto ai Polacchi e agli Uniati di appiccare il fuoco alle chiese ortodosse nei giorni di festa quando erano piene di fedeli, proprio come accadeva al tempo delle grandi persecuzioni.
Atanasio continuò la lotta, soccorso e confortato da nessuno eccetto che dalla Madre di Dio e nel 1643 a seguito di una nuova rivelazione, a nome degli Ortodossi chiese un rimedio al consiglio di Stato polacco. Ottenne un’udienza favorevole e agli Ortodossi furono garantite alcune protezioni legali. Tuttavia, alcuni nobili ortodossi, temendo per i loro privilegi, dichiararono che il Santo era pazzo e riuscirono a far togliergli l’abbazia, a deporlo dal sacerdozio e mandarlo a Kiev per rispondere davanti a una corte ecclesiastica.
L’umile Atanasio fu scagionato del tutto e riabilitato nella sua posizione, ma non ebbe pace a lungo, poiché la persecuzione degli Ortodossi ricominciò presto. Redisse una petizione indirizzata al re polacco, ma fu arrestato e messo in prigione prima che riuscisse a terminarla. Fu rilasciato dopo tre anni di detenzione ma, nel 1648, scoppiò una persecuzione più terribile che mai. Fu così sanguinosa che il popolo della Piccola Russia insorse e chiese la partenza dell’esercito polacco-lituano e la restituzione dei territori russi allo zar. Le autorità polacche arrestarono immediatamente i leader dei ribelli e i dignitari ortodossi di spicco. Sant’Atanasio fu imprigionato, e subì tormenti fisici e mentali di ogni genere nelle mani dei suoi carcerieri e delle autorità romano-cattoliche, ma nonostante ciò, non cessò mai di gridare: “Anatema all’Unione!”. Dopo essere stato torturato con carboni ardenti, fu scorticato e bruciato vivo. Siccome non era ancora morto, i suoi esecutori lo fucilarono.
Poi gettarono il suo corpo decapitato in una buca, dove, poco tempo dopo, fu trovato incorrotto. Negli anni che seguirono le reliquie del santo martire operarono molti miracoli.
 Avendo ripudiato l'Uniatismo, egli fu ispirato da un profondo senso di pietà e di amore nei confronti di coloro che erano diventati vittime del proselitismo uniata. La giustizia e la sincerità di Atanasio verso il prossimo hanno caratterizzato il corso di tutte le sue opere. Con la sua esistenza trascorsa nella vita solitaria, circondato da nemici dichiarati ma anche nascosti, il santo asceta rimase un fermo difensore e pilastro dell'Ortodossia.
Il santo ripeteva continuamente la sua profezia: “ L'uniatismo si estinguerà, l'Ortodossia prospererà”.

Per le sue preghiere, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci. Amin

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