Come il Fanar ha ingannato gli ucraini
del sacerdote Georgij MaksimovTraduzione di Natalia Hawthorne
Orthochristian.com, 17 gennaio 2019
Nota della traduttrice – Mi sono imbattuta
in questo video di un sacerdote ortodosso russo pochi giorni fa e l'ho
trovato piuttosto interessante: mi ha aperto gli occhi su alcuni
dettagli sul nuovo Tomos ucraino che non avevo sentito nominare da
nessuna parte fino a quel momento. Ha senso, ora, perché Costantinopoli
abbia fatto ciò che ha fatto e perché non abbia ascoltato alcuna
supplica di non farlo da parte delle altre Chiese. Era un frutto a
portata di mano, "piacevole alla vista" e così facile da raccogliere.
Di fatto, i contenuti del Tomos sono
al tempo stesso rivelatori e di ampia portata. Sembra che gli scismatici
ucraini abbiano ottenuto più di quanto si aspettassero.
Ieri [5 gennaio 2019] il patriarca
Bartolomeo di Costantinopoli ha firmato un documento chiamato "Tomos" ,
che ha concesso il titolo di chiesa autocefala a un'organizzazione
creata da due strutture scismatiche in Ucraina. Per quanto riguarda il
fatto che il patriarca di Costantinopoli è entrato in comunione con gli
scismatici, ho registrato su questo un video a parte, dove ho menzionato
che si tratta di un atto completamente non canonico.
Questo è un atto illegale, e io
personalmente lo vedo sotto la stessa luce della situazione degli
scismatici-rinnovazionisti negli anni '20, anch'essi riconosciuti dal
Patriarcato di Costantinopoli come la "vera" Chiesa russa e sostenuti
per lungo tempo. Ciò tuttavia non li ha resi una vera chiesa, e in
seguito sono stati accettati nella Chiesa ortodossa russa attraverso il
pentimento. E prima o poi il Patriarcato di Costantinopoli dovette
riconoscere la Chiesa ortodossa russa patriarcale canonica. Comunque non
voglio parlarne in dettaglio qui. Quello che mi piacerebbe fare è
commentare il testo del Tomos stesso.
I greci sono riusciti meravigliosamente a
ingannare gli scismatici ucraini, sfruttando al massimo l'attuale
situazione politica a loro vantaggio. Perché in realtà questa non è
un'autocefalia. Anche se la parola stessa è usata nel Tomos, le
condizioni specificate nel documento per la struttura ucraina appena
creata rientrano chiaramente nella definizione di una chiesa autonoma,
non di una autocefala. Ora ve lo mostrerò con alcuni esempi concreti.
Inoltre, mentre commento il Tomos, vorrei richiamare la vostra
attenzione su alcune questioni molto interessanti che vengono sollevate
di conseguenza. Per quanto ne so, tali questioni non sono state ancora
discusse da nessuno.
Per vedere esattamente come il Fanar ha
truffato gli ucraini, e perché sto dicendo che questa non è una vera
autocefalia, confronteremo le condizioni di una vita ecclesiale
autocefala di diverse chiese autocefale: la Chiesa ortodossa russa, la
Chiesa ortodossa serba, la Chiesa ortodossa bulgara e la Chiesa
ortodossa romena - prendiamo queste quattro Chiese ortodosse come esempi
- con ciò che è scritto nel documento riguardante la struttura ucraina
di nuova formazione dall'altra parte.
1. I primi ierarchi
delle quattro Chiese autocefale – russa, serba, bulgara e romena – hanno
il titolo di patriarca. Il capo della nuova struttura ucraina recherà
il titolo di "sua Beatitudine il metropolita di Kiev e di Tutta
l'Ucraina; qualsiasi aggiunta o sottrazione a questo titolo non è
consentita senza il permesso della Chiesa di Costantinopoli". Questo non
è un grosso problema, perché ci sono alcune Chiese autocefale i cui
capi sono metropoliti o arcivescovi, ma questo è comunque un fatto
curioso, soprattutto considerando che il famigerato leader di una delle
due organizzazioni scismatiche ucraine, Filaret Denisenko, si è definito
"patriarca".
2. L'ex cosiddetto
Patriarcato di Kiev, copiando la struttura del Patriarcato di Mosca,
aveva un Sinodo con membri permanenti. Il Tomos annulla questa pratica e
ne introduce una nuova. D'ora in poi "il Sinodo sarà convocato ogni
anno su invito a partire dal numero di vescovi che hanno diocesi entro i
confini dell'Ucraina, invitati a turno, secondo i loro ranghi." Quindi
la neonata struttura ucraina non ha il diritto di avere un Sinodo
composto da membri permanenti. Ma anche questo, sebbene sia un punto
sostanziale, non è sufficiente per dire che questa non è una vera
autocefalia. Tuttavia, i punti a seguire sono davvero molto
interessanti.
3. Le vere Chiese
autocefale che abbiamo preso come esempio hanno tutte diocesi
d'oltremare e parrocchie d'oltremare. Ma la nuova chiesa ucraina, come
si legge nel Tomos, "non ha il diritto di nominare vescovi o stabilire
parrocchie fuori dai confini del paese; quelli che esistono già, da ora
in poi saranno governati, secondo l'ordine dovuto, dal Trono ecumenico,
che ha autorità canonica nella diaspora, perché la giurisdizione di
questa chiesa è limitata dal territorio dello stato ucraino ".
Questo è un punto molto interessante che
esamineremo più da vicino. Per mezzo di questo punto, il Patriarcato di
Costantinopoli si è impadronito delle numerose parrocchie d'oltremare
che appartenevano agli scismatici ucraini. E non è solo una questione di
un singolo incidente di appropriazione di tali parrocchie, ma anche la
proibizione di stabilire tali parrocchie e diocesi oltreoceano in
futuro, mentre le chiese autocefale di Russia, Serbia, Bulgaria e
Romania che abbiamo usato come esempio hanno tranquillamente le loro
diocesi e parrocchie all'estero.
4. Il prossimo punto
importante è che tutte le vere Chiese autocefale possiedono pienezza di
potere giudiziario entro i loro confini. Nessuna di loro nelle loro
Costituzioni ecclesiastiche assume il diritto al ricorso giudiziario
finale a Costantinopoli, perché tutte queste Chiese autocefale si
considerano in possesso di pieno potere giudiziario. Tuttavia, la
struttura appena creata in Ucraina non possiede pieno potere
giudiziario, come afferma il Tomos quando dice che "tutti i vescovi e
gli altri chierici mantengono il diritto di appellarsi al Patriarca
ecumenico, che ha il potere canonico di rendere definitive e
irrevocabili le decisioni riguardanti vescovi e altri membri del clero
delle chiese locali". Questa è una ben nota affermazione del Patriarcato
di Costantinopoli che non è sostenuta da nessun'altra Chiesa, e non ne
parleremo in dettaglio qui. Ma il fatto è che ora è stabilito
istituzionalmente nel Tomos che la chiesa ucraina di nuova costituzione
non ha il pieno potere giudiziario sul proprio territorio e sul proprio
clero. Il potere finale sul suo clero è delegato al patriarca di
Costantinopoli.
5. Il Tomos contiene
anche un'interessante affermazione che "la chiesa autocefala
dell'Ucraina considera come capo il santo Patriarcato ecumenico
apostolico". La parola "autocefalia" consiste di due radici greche:
"autos" – "se stesso" e "cefale" – "capo". Quindi il termine stesso
significa che una tale chiesa è governata dal suo stesso primo ierarca
come suo capo, e in termini di gerarchia non ha altri capi.
Naturalmente, in senso mistico, il capo di tutte le Chiese locali è Gesù
Cristo, ma in termini di struttura gerarchica, il capo di ogni Chiesa
autocefala è il proprio primo ierarca. Questo è l'intero significato di
un'autocefalia. Tuttavia, il Tomos afferma che la neonata struttura
ucraina è diretta non dal suo metropolita di Kiev, ma dal Patriarca
ecumenico. E, come potete intuire, nessuna delle vere Chiese autocefale
che abbiamo usato come paragone ha dichiarazioni come questa o simili
nelle proprie Costituzioni ecclesiastiche.
6. Questo è un punto
minore, ma ancora piuttosto notevole. Dopo la sua nomina, il capo della
Chiesa ucraina è tenuto a inviare le sue cosiddette missive di pace
prima al patriarca ecumenico prima e poi agli altri primati, nonché a
iniziare le sue visite ecclesiali di pace prima al Trono di
Costantinopoli, e poi alle altre chiese. Questo non è così importante,
ma, naturalmente, le Chiese autocefale sono libere di decidere da sole
quali Chiese locali i loro primi ierarchi potrebbero voler visitare, se
mai ne vogliono visitare. Ma il capo della neonata struttura ucraina non
ha nemmeno questo tipo di libertà, anche questo è regolato e definito
per lui.
7. Ora questo è un punto
molto importante. Tutte le Chiese autocefale, come le Chiese russa,
bulgara, serba e romena, preparano il loro santo crisma (miro). Ma la
nuova cosiddetta Chiesa ortodossa dell'Ucraina non ha questo diritto e,
secondo il Tomos, le è richiesto di ottenere il santo crisma da
Costantinopoli. Per le persone lontane dalla vita ecclesiastica questo
non dice nulla e non ha alcuna importanza. Ma chi ha familiarità con la
vita della chiesa capisce quanto sia importante questo punto. Come
sapete, l'ingresso nella Chiesa ortodossa è concesso attraverso il rito
battesimale, che nella sua forma moderna include due misteri: il
battesimo stesso e la cresima. Il santo crisma è necessario per la
cresima. Senza crisma sarebbe impossibile compiere battesimi, almeno
secondo le procedure delineate nelle rubriche della Chiesa.
Naturalmente, ci possono essere circostanze eccezionali in cui una
persona può essere battezzata senza ricevere la cresima, ma dopo, per
essere pienamente accolti nella Chiesa ortodossa, deve essere cresimata.
Quindi, il crisma (miro) è qualcosa che è assolutamente necessario per
il normale funzionamento della vita di una Chiesa. Pertanto,
riservandosi il diritto di distribuire il crisma, Costantinopoli
mantiene di fatto un'importante leva di influenza sulla nuova struttura
ucraina. Se questa struttura fa qualcosa che non piace a Costantinopoli,
quest'ultima potrebbe minacciare di trattenere la distribuzione del
crisma. E se non hai il crisma, non puoi celebrare i battesimi, perché
prima o poi finirai il crisma e dovrai chiederne di più.
8. Nel Tomos si afferma
che sul territorio dell'Ucraina deve essere stabilito un esarcato del
Patriarcato ecumenico, con almeno 20 chiese e monasteri che saranno
governati direttamente da esso e, come spiegato nel Tomos, "I diritti
del Trono ecumenico all'esarcato in Ucraina rimangono immutati". Non una
sola delle vere Chiese autocefale sopra menzionate ha alcun esarcato
del Patriarcato di Costantinopoli sul proprio territorio.
9. Infine, il Tomos
prescrive che "per la gestione di questioni importanti di natura
ecclesiastica, dogmatica e canonica, il metropolita di Kiev e di Tutta
l'Ucraina, a nome del Sinodo della sua Chiesa, è tenuto a fare appello
al santo Trono patriarcale ecumenico per ottenere il suo autorevole
parere e una comprensione reciproca". Le vere Chiese autocefale, invece,
non sono obbligate a fare appello a Costantinopoli per la sua
autorevole opinione al fine di gestire tali questioni. Gestiscono le
questioni autonomamente da soli.
In tutti i punti sopra delineati,
possiamo vedere che, secondo il Tomos, la struttura ucraina appena
creata sta perdendo i suoi diritti su tutti i punti rispetto alle vere
Chiese autocefale. Ciò che è regolato dal Tomos è in realtà lo status di
una chiesa autonoma, che viene chiamata semplicemente "autocefala".
Perché tutto ciò che il Tomos ha concesso agli scismatici ucraini, tutto
questo appartiene già alla Chiesa autonoma ucraina che è in unione con
la Chiesa russa – il diritto di eleggere il suo primo ierarca, il
diritto di gestire autonomamente le proprie questioni senza fare appello
a Mosca ... In alcuni punti potrebbe persino avere più libertà: per
esempio, ha un proprio Sinodo permanente. Quindi, in realtà,
Costantinopoli, sotto il travestimento di un'autocefalia, ha imposto
abilmente e con garbo alla neonata struttura scismatica ucraina lo
status di una Chiesa autonoma sotto la giurisdizione del Patriarcato
ecumenico.
I leader degli scismatici ucraini
capiscono di essere stati ingannati, perché tutti quei punti sopra
menzionati sono caratteristici delle vere Chiese autocefale, tutti quei
punti erano in precedenza bramati dal cosiddetto patriarcato di Kiev.
Quindi ora devono trarre il meglio da un pessimo affare e far finta che
questo sia esattamente quello che avevano richiesto per tutto questo
tempo, il che ovviamente non è vero. Quello che volevano era
un'autentica autocefalia e indipendenza, ma invece sono stati
semplicemente ri-subordinati sotto un comando diverso in termini
umilianti.
foto: strana.ua
Sarebbe ingenuo pensare che gli ucraini
possano trovare il modo di circumnavigare in qualche modo quelle regole
rigide o ingannare quelle condizioni. Questo non funzionerà. Nel Tomos
si dice che "l'autocefalia" è concessa in modo specifico "a tutte queste
condizioni", quindi se i quasi gerarchi ucraini cercano di infrangere o
di ignorare qualsiasi regola, Costantinopoli può facilmente cancellare
questo Tomos, proprio come ha recentemente annullato quello dato
all'esarcato russo, o anche un documento più antico (del 1686).
Ora vediamo più da vicino le parrocchie
all'estero del patriarcato di Kiev, che ha circa 70 parrocchie negli
Stati Uniti, in Canada, in vari paesi europei, in Australia. Mentre le
parrocchie in Europa potrebbero non avere edifici di culto propri, le
parrocchie negli Stati Uniti sono quelle che possiedono alcuni
importanti proprietà terriere ed edifici ecclesiastici, che saranno ora
passati al Patriarcato di Costantinopoli. Oltre a tutto questo, il
patriarcato di Kiev ha una diocesi nella Repubblica di Moldova e due
diocesi sul territorio della Russia. Sì, la Chiesa ortodossa ucraina del
patriarcato di Kiev è ufficialmente registrata nella Federazione Russa,
ha tre vescovi e due o tre edifici di culto. Quindi, ecco una
situazione interessante. Secondo il Tomos, il territorio canonico della
nuova struttura è limitato dai confini dello Stato ucraino. Pertanto,
tutte le parrocchie d'oltremare, quelle che si trovano al di fuori
dell'Ucraina, devono essere nuovamente subordinate al Patriarcato di
Costantinopoli. Ciò significa che, secondo il Tomos, il Patriarcato di
Costantinopoli ha ricevuto due diocesi sul territorio della Russia, e
che ora sono diocesi del Patriarcato di Costantinopoli, e che vescovi
del Patriarcato di Costantinopoli saranno stabiliti in Russia.
Così, il Patriarca di Costantinopoli,
attraverso il suo Tomos, si sta intromettendo non solo sul territorio
dell'Ucraina, ma anche sui territori della Moldova e della Federazione
Russa. La Moldova ha quattro parrocchie che ora devono essere sottoposte
al Patriarcato di Costantinopoli.
Ma questo non è tutto. Il Patriarcato di
Kiev ha anche una parrocchia in Slovenia. La Slovenia è un territorio
canonico della Chiesa ortodossa serba. Quindi per mezzo di questo Tomos
il Patriarcato di Costantinopoli si sta intromettendo anche nel
territorio serbo.
Questo fatto merita maggiore attenzione,
poiché per qualche motivo non viene discusso in relazione al Tomos, come
se la questione riguardasse solo il territorio dell'Ucraina. Non è
così. Come possiamo vedere, il problema non riguarda solo il territorio
dell'Ucraina.
Sarebbe anche curioso vedere la reazione
delle ex parrocchie del Patriarcato di Kiev all'estero. Ad esempio, c'è
un metropolita di Parigi e di Tutta la Francia, Philippe Laroche, che ha
scritto in francese un libro chiamato Origine storica del papismo del Patriarcato di Costantinopoli e la sua guerra ecclesiastica contro il Patriarcato di Mosca
. È un po' ironico che l'autore di questo libro diventerà ora chierico
del Patriarcato di Costantinopoli e vittima del suddetto papismo e della
suddetta guerra contro il Patriarcato di Mosca.
In conclusione, questa non è in alcun
modo una "autocefalia". È una pseudo-autocefalia, una quasi-autocefalia,
chiamatela come volete. L'inganno è stato eseguito con perizia –
concedere la parola "autocefalia", con il pretesto di concedere
un'autocefalia ma in realtà non dare alcuna vera autocefalia, ma imporre
invece la sottomissione, imporre lo stesso stato di autonomia da cui
gli scismatici si sono tenuti alla larga per anni. E i capi dell'ex
patriarcato di Kiev ne sono ben consapevoli. Stavano riponendo molta
speranza nelle loro parrocchie all'estero. A ottobre, il cosiddetto
arcivescovo Ilarion (Protsyk) ha affermato in un'intervista che le
diocesi all'estero del patriarcato di Kiev erano "isole di fede e
speranza" e che sperava che la Chiesa Madre di Costantinopoli le avrebbe
sostenute... Non è così. Potete anche dire addio a quelle isole. Le
isole si sono allontanate. Hano visto cosa stava succedendo, hanno
capito di cosa venivano privati, hanno cercato di lottare con
Costantinopoli e hanno perso. E come conseguenza hanno dovuto accettare
condizioni piuttosto umilianti e, di fatto, dare il consenso a questo
inganno della loro stessa gente, portato avanti in collaborazione dal
signor Poroshenko e dal patriarca Bartolomeo. Lo trovo abbastanza
ironico.
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