10 motivi per cui il Patriarcato ecumenico ha fatto un enorme errore in Ucraina
di George Selinski
Pravmir, 19 gennaio 2019
Molto presto, il Patriarcato ecumenico inizierà una campagna di informazione sul perché le sue azioni in Ucraina siano giustificate e su come "cattive informazioni" nei social network stiano interpretando male questo piano generale di creazione di unità e "pace e amore in Cristo". È probabile che ciò che ho da dire qui sarà ricevuto da alcuni come "disinformazione russa", ma oserò esprimere la mia opinione ai miei fratelli ortodossi greci e ad altri, nella speranza che almeno li faccia riflettere più profondamente sul potenziali conseguenze di quello che è appena successo questo gennaio al Fanar.
1. Il Patriarcato ecumenico è entrato in un conflitto civile su invito di una sola delle parti in conflitto. Questa non è una mediazione, è uno schieramento da una parte. Pertanto, il Patriarcato ecumenico non può definirsi mediatore nel conflitto: è un co-belligerante. La storia ha dimostrato che le parti straniere coinvolte in un conflitto civile non saranno considerate favorevolmente da entrambe le parti se il conflitto si risolve.
2. Il livello del coinvolgimento del Sinodo di Mosca negli affari della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca non influisce né sulle operazioni giornaliere della Chiesa, né sul suo orientamento strategico. Durante la guerra civile in Ucraina, il metropolita Onufrij ha invitato entrambe le parti a cessare la violenza, mentre le giurisdizioni scismatiche che formano la spina dorsale della nuova giurisdizione ucraina hanno preso una posizione netta nel conflitto e hanno sostenuto l'assalto del nuovo governo ucraino ai propri civili nel Donbass con il falso patriarca Philaret (che ora porta il titolo di "patriarca onorario" nella nuova struttura ecclesiastica) che chiede vendetta di sangue contro la fazione antigovernativa. Ciò dimostra, chiaramente, che una parte è più politicizzata dell'altra. Non c'era alcuna necessità pressante per i fedeli dell'Ucraina di avere una chiesa diversa, l'unica ragione per cui esistono le giurisdizioni scismatiche era e rimane politica. Non è richiesta alcuna 'lealtà alla Russia' del clero o dei fedeli della Chiesa canonica ucraina.
3. Il Tomos di autocefalia concesso dal Sinodo del Patriarcato ecumenico rende la nuova chiesa ucraina fortemente dipendente dal Patriarcato ecumenico, forse più di quanto la Chiesa ucraina canonica del Patriarcato di Mosca dipenda dal Patriarcato di Mosca. Così molti ucraini, anche quelli che sono favorevoli a una Chiesa ucraina indipendente, ritengono che questo non sia altro che una presa di potere da parte di un'altra chiesa autocefala che in precedenza ha gareggiato con Mosca per l'influenza nell'Ortodossia mondiale. A questo punto nel tempo, un certo numero di queste persone può considerare il Patriarcato ecumenico come un "male minore" rispetto al Patriarcato di Mosca, così come vedono l'Unione Europea in relazione all'Unione Eurasiatica di Mosca, ma questo non è ciò che sperano di avere alla fine. Il Patriarcato ecumenico sembra suggerire che col passare del tempo, potrebbe offrire "più autocefalia" (per esempio, concordare la formazione di un patriarcato a Kiev) a questa nuova struttura, ma è non molto chiaro se questo sia soggetto alla sola discrezione del Patriarcato Ecumenico.
4. La concessione di questo "tomos di autocefalia" costituisce un pericoloso precedente: può incoraggiare altre Chiese ortodosse a fare lo stesso per ragioni politiche, se lo desiderano. Il Patriarcato ecumenico era stato molto turbato dalla decisione del Patriarcato di Mosca – a quel tempo sotto la pesante influenza del governo sovietico – di concedere un'autocefalia a una struttura che si autoproclamava "Chiesa ortodossa in America", che fino ad oggi rifiuta di riconoscere come Chiesa autocefala, considerandola parte del Patriarcato di Mosca. Concedendo questo tomos agli scismatici ucraini, si apre la porta perché voci all'interno di altre Chiese ortodosse chiedano di agire in modo indipendente, per esempio concedere un tomos a una giurisdizione greca di vecchio calendario, o a una giurisdizione montenegrina o macedone. Il Patriarcato ecumenico si sta aggrappando a ciò che ritiene sia il suo diritto esclusivo di risolvere le questioni delle giurisdizioni ortodosse, ma ci sono quelli che presentano seri argomenti contrari. Che cosa portebbe fermare un futuro patriarca russo dall'usare l'argomento della "dimensione" per esercitare un'influenza nell'Ortodossia mondiale, citando che le dimensioni sono un indicatore chiave della "presenza" dello Spirito Santo, per esempio?
5. L'emissione di questo tomos ha forzato la divisione nel mondo ortodosso. Prima delle azioni del Patriarcato Ecumenico, lo scisma in Ucraina era solo a livello locale. Ora ha esteso i suoi confini ad altre Chiese autocefale ortodosse che sono messe nella difficile posizione di dover riconoscere o meno le azioni del Patriarcato ecumenico. La posizione del Patriarcato ecumenico è chiara: spingere tutte le Chiese autocefale ad accettare questo atto, alienando la Chiesa russa. C'è un netto rifiuto di convocare un concilio pan-ortodosso per discutere di questo argomento (qualcosa che altri patriarchi e metropoliti ortodossi hanno sostenuto fin da prima di questo tomos), c'è semplicemente un'aspettativa di approvazione delle proprie azioni già ratificate. Questo atto politico ha anche fatto sì che molti ucraini, russi e altri considerino il Patriarcato ecumenico come proprio nemico personale per aver interferito in un conflitto civile.
6. Il Patriarcato ecumenico ha instaurato una relazione con chierici che hanno un modello di comportamento divisivo. Ciò, a sua volta, garantisce praticamente che a un certo punto si manifesterà una lotta per il potere, poiché i vari attori nella nuova struttura si contendono il potere e l'influenza, tra cui l'annullamento delle disposizioni del tomos concesso dal Patriarcato ecumenico per soddisfare il più ampio obiettivo politico della "completa indipendenza". Già vediamo che Filaret si è rifiutato di cedere il titolo di "patriarca di Kiev e di Tutta l'Ucraina", continua a indossare i suoi paramenti patriarcali e il nuovo metropolita Epifanij, suo allievo, lo accetta cosa cosa del tutto normale. Nella sua intervista con la BBC, l'arcivescovo Daniil del Patriarcato ecumenico, un ex uniata dall'Ucraina occidentale, che è stato uno degli ingegneri del progetto della chiesa ucraina, ha difeso questa situazione dal punto di vista dell'economia. Tuttavia, questo tradisce la vera natura delle persone che non sono disposte a mostrare umiltà e obbedienza a ciò che affermano essere un "bene superiore".
7. Il risultato peggiore e più terrificante del tomos è il "via libera" che ha dato al governo ucraino, di concerto con bande armate ucraine scioviniste, di intimidire i credenti che si sono rifiutati di unirsi alla nuova struttura ecclesiastica. Ci sono già state numerose segnalazioni documentate di violenza fisica e di intimidazione contro i chierici della Chiesa canonica ucraina, sia a livello di governo ufficiale che attraverso varie attività di bande (come i neo-nazisti del gruppo C-14). Nella sua intervista alla BBC, l'arcivescovo Daniil ha tentato di difendersi da questa scomoda informazione sostenendo che "potrebbero esserci delle provocazioni da parte della Chiesa russa". I fatti parlano diversamente. Esclusa la regione del Donbass, tutta l'Ucraina è completamente controllata dal governo ucraino, con una vasta rete di polizia che sta costantemente monitorando la popolazione per qualsiasi simpatia "filo-russa". I chierici sono stati regolarmente chiamati a interrogatori. Nel frattempo, le bande che hanno perpetuato violenze contro qualsiasi presunto elemento "filo-russo" restano impunite. I reclami alle organizzazioni per i diritti umani, compresi quelli internazionali, si sono dimostrati inefficaci. I media internazionali di sono ampiamente disinteressati di tali questioni, per ragioni politiche.
8. Il Sinodo del Patriarcato ecumenico ha praticamente zero influenza sugli attori che perpetuano violenze o minacciano di farlo. Il sistema di uguaglianza sotto la legge è fortemente viziato in Ucraina sotto l'attuale governo, cosa che ammettono persino i suoi sostenitori occidentali. La dichiarazione sinodale del Patriarcato ecumenico fatta in ottobre non faceva altro che fare "appello a tutte le parti coinvolte per evitare l'appropriazione di Chiese, monasteri e altre proprietà, così come ogni altro atto di violenza e rappresaglia" – ma questo non costituisce nient'altro che "buoni auspici" e uno sfortunato tentativo di persuasione morale. Sapendo pienamente che la violenza e le rappresaglie sono una certezza pratica in risposta a questo tomos e senza un'appropriata leva d'influenza nella situazione, il Patriarcato ecumenico accetta la responsabilità morale di queste violenze di fronte alla storia e al cospetto di Dio.
9. Questo tomos è stato chiaramente usato come strumento politico dal presidente dell'Ucraina, che sta tentando disperatamente di radunare le forze antirusse in Ucraina a dargli un vantaggio suoi avversari nelle prossime elezioni (le sue valutazioni mostrano che è molto probabile che subirà la sconfitta per mano del suo avversario chiave, la signora Timoshenko). Il metropolita Epifanij, leader della nuova struttura ucraina, ha ripetuto a pappagallo la retorica di Poroshenko ed è diventato di fatto un partecipante della sua campagna di rielezione. È altresì da notare che vediamo altri attori stranieri, vale a dire il Dipartimento di Stato americano, che svolgono un ruolo attivo nel sostenere la creazione di questa chiesa, anche facendo dichiarazioni ufficiali a tal fine. Ciò è tanto più ridicolo di fronte alle critiche spesso rivolte al patriarca Kirill di avere una "relazione troppo stretta" con il presidente russo Putin. Ancora una volta, vediamo all'opera un doppio standard.
10. Il progetto della chiesa ucraina è stato costruito sotto l'ipotesi che ci sarebbe stata una defezione di massa dalla Chiesa ortodossa ucraina canonica per unirsi alla nuova struttura. Ma i risultati mostrano che solo due metropoliti hanno finora disertato. L'arcivescovo Daniel nella sua intervista alla BBC ha insinuato che ce ne sono "molti di più" che sono disposti a unirsi ma continuano a rimanere nascosti, in attesa che inizi un esodo di massa, e insinua implicitamente che l'Ucraina è ancora pesantemente de facto sotto il controllo degli attori filo-russi che hanno la capacità di punire e perseguitare chiunque osi dissentire. Il fatto è che qualsiasi cosa costruita sul tradimento genererà ancor più tradimento. Incoraggiare i vescovi e il clero a unirsi a un'altra chiesa senza liberatorie canoniche significa fomentare uno scisma e, come la storia ha ripetutamente dimostrato, lo scisma genera ancor più scisma, come il moltiplicarsi dei batteri. Nello sforzo di "promuovere l'unità", il Patriarcato ecumenico ha infatti incoraggiato la divisione e la violenza.
In conclusione, questo evento è una tragedia per tutta l'Ortodossia mondiale, poiché ha creato più problemi di quanti ne esistessero prima e, cosa peggiore, ha messo in pericolo la vita di molti fedeli ortodossi in Ucraina. In un tempo di secolarizzazione di massa, in cui la società si sta allontanando da Dio a molti livelli, non si poteva immaginare una tentazione peggiore. Dobbiamo pregare affinché le conseguenze di questa azione estremamente fuorviante si invertano il prima possibile a vantaggio di tutta la cristianità.
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