Metropolita Ilarion: La Chiesa ortodossa russa ha avuto origine a Kiev, non a Mosca, né a San Pietroburgo
14 gennaio 2019
Il metropolita Ilarion di Volokolamsk,
presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del
Patriarcato di Mosca, ha rilasciato un'intervista al canale televisivo
di lingua inglese Russia Today.
Cosa può fare il Patriarcato di Mosca per sostenere la Chiesa ortodossa ucraina?
Prima di tutto, preghiamo per la Chiesa
ortodossa ucraina, per l'Ucraina e per il popolo ucraino. In ogni
Liturgia offriamo speciali richieste e preghiere a Dio che aiuti i
nostri fratelli e sorelle ucraini a sopravvivere in questo difficile
momento di persecuzione da parte delle autorità politiche ucraine. Lo
definisco deliberatamente persecuzione perché ciò che sta accadendo in
Ucraina è evidentemente un intervento dello stato negli affari interni
delle Chiese. È lo stato che ha iniziato il processo di concessione
dell'autocefalia a due gruppi scismatici, unificati con l'idea di
ricevere questo documento dal Patriarcato di Costantinopoli. Sono le
autorità ucraine che ora insistono sul fatto che la Chiesa ortodossa
ucraina debba cambiare nome. Tuttavia, secondo le norme internazionali,
una Chiesa dovrebbe scegliere da se stessa il suo nome; non spetta allo
stato concedere un nome particolare alla Chiesa. Eppure, questo è ciò
che sta accadendo in Ucraina. Notiamo inoltre che molti rappresentanti
delle autorità ucraine stanno prendendo in considerazione misure volte a
trasferire la proprietà dalla Chiesa canonica all'organizzazione
ecclesiastica di recente creazione. Ciò riguarda, in particolare, i due
grandi monasteri – la Lavra delle Grotte di Kiev e la Lavra di Pochaev.
Ognuno di questi monasteri conta diverse centinaia di monaci. Inoltre,
l'Accademia teologica di Kiev si trova nella Lavra delle Grotte di Kiev.
Quindi, è impossibile immaginare cosa accadrà a questi monaci e agli
studenti dell'Accademia teologica, se queste proprietà saranno
trasferite alla nuova organizzazione ecclesiastica che ha solo alcuni
monaci. Non è chiaro affatto chi vivrà in questi monasteri e quale
destino attende i monaci una volta espulsi dalle loro dimore. Speriamo
molto che ciò non accada, e che, come ha detto il signor Poroshenko
molte volte, ogni persona sarà in grado di scegliere a quale chiesa
andare e che non ci saranno sequestri violenti di monasteri, chiese o
altre proprietà.
Alcune Chiese ortodosse, come
quelle di Polonia, di Serbia e d'Antiochia, hanno già espresso la loro
posizione, opponendosi a ciò che il Patriarcato di Costantinopoli ha
fatto in Ucraina. Dal momento che lei si occupa delle relazioni
esteriori della Chiesa ortodossa russa, può parlarci della posizione
delle altre Chiese ortodosse nel mondo?
Ad oggi, non una singola Chiesa ortodossa
ha espresso alcun sostegno al Patriarcato di Costantinopoli per le sue
azioni in Ucraina. Nessun sostegno è stato dato né durante le fasi
preliminari né durante la concessione della "autocefalia" e, per quanto
ne so, non è stata inviata una sola lettera di congratulazioni a questa
organizzazione appena creata, nonostante l'insistenza del Patriarca di
Costantinopoli che le altre Chiese ortodosse dovrebbero riconoscerla
come una Chiesa autocefala appena creata. Vedremo come andrà in futuro. È
difficile prevedere la reazione delle Chiese a una lettera che
riceveranno dal Patriarca di Costantinopoli e in cui li inviterà a
riconoscere questa nuova organizzazione ecclesiale. Ma fino a oggi, come
ho detto, non c'è alcun sostegno alle azioni di Costantinopoli. Tre
Chiese ortodosse hanno espresso ufficialmente la loro insoddisfazione,
disaccordo e sgomento per ciò che viene fatto dal Patriarcato di
Costantinopoli. Ognuna di queste chiese l'ha presentata in un modo
diverso. Particolarmente forte è stata la formulazione del Patriarcato
serbo e dei vescovi serbi che hanno apertamente espresso il loro
disaccordo sull'intero corso delle azioni intraprese da Costantinopoli.
Molto ferma è stata anche la posizione del patriarca di Antiochia e del
metropolita di Polonia.
Al momento la Chiesa ortodossa
russa ha tagliato quasi ogni legame con il Patriarcato di
Costantinopoli. Ci sono condizioni perché i rapporti tra il Patriarcato
di Mosca e il Patriarcato di Costantinopoli tornino di nuovo operativi?
Devo ricordarvi che non è la prima volta
nella storia in cui il Patriarcato di Mosca non è in comunione con il
Patriarcato di Costantinopoli. Ci fu un'occasione simile nella metà del
XV secolo, quando il patriarca di Costantinopoli firmò un'unione con
Roma. Allora i vescovi di Mosca elessero il loro metropolita senza il
consenso di Costantinopoli, non perché non volessero ricevere tale
consenso, ma perché a Costantinopoli non c'era nessun patriarca
ortodosso. C'era un patriarca uniate, e la Chiesa russa non accettava
l'uniatismo. Più tardi, naturalmente, altri patriarchi non furono
d'accordo con tali azioni del Patriarcato di Costantinopoli, e quindi
ritornarono all'Ortodossia. Ma ci furono anni durante i quali il
Patriarcato di Costantinopoli, essendo unito a Roma, non era in
comunione con le altre Chiese, inclusa la Chiesa ortodossa russa, a quel
tempo subordinata a Costantinopoli. Molte persone si chiedono come
faremo a sopravvivere senza la comunione con Costantinopoli. Devo
ricordarvi che per quasi dieci secoli siamo sopravvissuti senza la
comunione con Roma, e dal punto di vista della Chiesa di Roma, la Chiesa
in senso proprio è quella eucaristicamente unita a Roma, e noi non lo
siamo. Riconoscono i nostri sacramenti, il nostro sacerdozio, ma i loro
documenti ufficiali affermano che ci manca uno dei segni essenziali
della Chiesa, cioè la comunione con Roma. Ora il Patriarcato di
Costantinopoli nelle sue aspirazioni papiste ha deciso di impiegare la
stessa retorica, dicendo che la Chiesa ortodossa è quella in comunione
con Costantinopoli. Ma cosa succede se il Patriarca di Costantinopoli
stesso è nello scisma o nell'eresia o se agisce in contrasto con la
volontà delle altre Chiese ortodosse? Siamo in una situazione in cui non
possiamo essere in comunione eucaristica con Costantinopoli e nessuno
sa per quanto tempo questo continuerà: forse ancora per dieci secoli,
come lo è con la Chiesa di Roma. Forse sarà un periodo più breve. Ciò
dipenderà da Costantinopoli. Hanno fatto quello che hanno fatto ed è
difficile immaginare che invertiranno le loro azioni, quindi è
altrettanto difficile immaginare che noi ripristineremo la comunione con
Costantinopoli.
Ora, sfortunatamente, quando
parliamo di Costantinopoli, parliamo anche della nuova entità religiosa
in Ucraina. A settembre, se posso citarla, aveva detto che è troppo
presto per confrontare la situazione in Ucraina con l'occupazione
nazista dell'Europa orientale. Fu allora che tutti gli ebrei dovettero
indossare una stella di David gialla sui loro vestiti. Sono già passati
alcuni mesi e stiamo sentendo sempre più minacce contro i rappresentanti
del Patriarcato di Mosca. Il confronto che ha fatto a settembre è più
rilevante adesso?
Questo confronto è ovviamente più
rilevante ora, perché lo stato ucraino insiste che la Chiesa ortodossa
ucraina dovrebbe adottare un nuovo nome che includa il nome della Russia
come "paese aggressore", come si dice. La Chiesa ortodossa ucraina non è
la Chiesa russa. Si tratta di ucraini nati in Ucraina, che sono
cittadini ucraini e che non sono in alcun modo cittadini o agenti della
Russia. L'unico legame esistente tra la Chiesa ucraina e il Patriarcato
di Mosca è la commemorazione liturgica del patriarca. Non c'è altro
collegamento. La Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca è una
Chiesa autonoma, il che significa che non c'è alcuna dipendenza
amministrativa, finanziaria o di altra natura da Mosca – c'è solo questo
legame spirituale ereditato dalla storia, che ci aiuta a essere e a
sentirci uniti come Chiesa. La Chiesa ortodossa russa è nata a Kiev, non
a Mosca, né a San Pietroburgo. Kiev è il nostro fonte battesimale.
Rispettiamo i confini politici, ma ci aspettiamo anche che i leader
politici rispettino l'autocoscienza dei fedeli in Russia, in Ucraina, in
Bielorussia, in Moldova e in altri stati in cui la Chiesa ortodossa
russa ha la sua presenza. Recentemente abbiamo sentito spesso dire dai
rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli che riconoscono il
Patriarcato di Mosca nei confini in cui esisteva alla fine del XVI
secolo, quando i patriarchi orientali riconobbero il patriarca di Mosca
come il quinto tra loro. Dicono che quello che successe in seguito fu
un'espansione illecita della Chiesa ortodossa russa. È molto strano
ascoltare questi argomenti, perché implicano che l'opera missionaria
della Chiesa ortodossa russa nei territori che sono stati gradualmente
aggiunti all'Impero Russo fu qualcosa di illegale. Essi implicano che la
Chiesa ortodossa russa avrebbe dovuto rimanere entro i limiti dei
principati di Mosca e che tutte le nuove terre aggiunte all'Impero Russo
non avrebbero dovuto essere un'area di attività missionarie della
Chiesa. Non possiamo accettare tali argomenti. Li troviamo folli e
crediamo che il Patriarcato di Costantinopoli sia molto, molto in errore
in queste discussioni.
Le Chiese ortodosse in tutto il
mondo hanno lo stesso status, ma Costantinopoli è sempre stata la
cosiddetta prima tra uguali. Lei ha detto nelle sue interviste
precedenti che questo non è più vero. Quindi, c'è qualcuno che sta
ricoprendo questo ruolo ora, o qualcuno che dovrebbe diventare il primo
tra pari?
Nei dittici che attualmente utilizziamo,
il primo è il patriarca di Alessandria. Ripeto che non è la prima volta
che il patriarca di Alessandria occupa di fatto il primo posto. Ci fu il
terzo Concilio ecumenico che condannò l'eretico patriarca di
Costantinopoli, Nestorio, e fu il patriarca di Alessandria, Cirillo, che
svolse un ruolo di primo piano nel denunciare Nestorio, convincendo i
vescovi riuniti da ogni parte del mondo che l'insegnamento proclamato
dal patriarca Nestorio era eretico. Così, nei nostri dittici, il
patriarca di Alessandria occupa il primo posto, ma il primo posto nei
dittici ortodossi non è qualcosa come il primato del papa nella Chiesa
cattolica, perché la Chiesa cattolica ha una struttura unificata, e il
papa è considerato il capo della Chiesa. Secondo l'ecclesiologia
ortodossa, per l'insegnamento ortodosso sulla Chiesa, Gesù Cristo stesso
è il capo della Chiesa. E amministrativamente la Chiesa ortodossa è una
confederazione (usando il linguaggio della società civile e un
confronto con una struttura politica) di Chiese indipendenti che non
sono subordinate l'una all'altra, anche se per protocollo occupano
determinati ranghi. È come per i paesi delle Nazioni Unite. Questi sono
elencati in un certo ordine, ma ciò non significa che un paese sia
subordinato a un altro. Allo stesso modo, il mondo ortodosso non ha mai
conosciuto la subordinazione di una Chiesa a un'altra Chiesa. Ora il
Patriarcato di Costantinopoli vuole creare tale subordinazione, e la
nuova organizzazione in Ucraina è una "chiesa autocefala" (lo dico tra
virgolette) progettata in accordo con i desideri del Patriarcato di
Costantinopoli. Non è una Chiesa veramente indipendente, perché il tomos
che gli è concesso pone molte condizioni per le quali riceve questa
cosiddetta "autocefalia". Una delle condizioni è che riconosca il
patriarca di Costantinopoli come proprio capo. Un'altra condizione è che
qualsiasi vescovo e qualunque ecclesiastico, anche sacerdote o diacono,
di questa cosiddetta "chiesa dell'Ucraina" possa appellarsi al
patriarca di Costantinopoli, se non è d'accordo con il proprio vescovo o
con le proprie autorità ecclesiastiche, ed è il patriarca di
Costantinopoli che risolverà tali questioni. Inoltre, questa "chiesa" è
privata del diritto di stabilire parrocchie nella diaspora. In pratica
significherebbe che gli ucraini che vivono nella diaspora, e ce ne sono
molti in Italia, Spagna, Portogallo e altri paesi europei, così come
negli Stati Uniti, andranno nelle parrocchie della Chiesa ortodossa
russa, come lo fanno adesso Anche se volessero andare nelle parrocchie
ucraine, non esiste questa possibilità per questa organizzazione
ecclesiastica appena creata.
C'è una nuova entità religiosa in
Ucraina al momento. Ha un futuro, secondo lei, e che tipo di futuro
attende questa nuova entità religiosa? Possiamo parlare a lungo termine,
a breve termine o non possiamo prevedere nulla a questo punto?
Non penso che dovrei prevedere cosa
accadrà in futuro. Mi dispiace solo profondamente che il Patriarcato di
Costantinopoli abbia preso questa posizione. Per me è chiaro che è una
vendetta per la non partecipazione della Chiesa ortodossa russa al
Concilio di Creta, che è stato convocato dal patriarca di Costantinopoli
e a cui non abbiamo preso parte per la mancata partecipazione di
diverse altre Chiese. Per qualche ragione il patriarca di Costantinopoli
ritiene che la Chiesa ortodossa russa abbia spinto queste altre Chiese,
cioè le Chiese di Antiochia, Bulgaria e Georgia, a non partecipare al
Concilio. In realtà, è stato il contrario. Queste Chiese hanno deciso di
non partecipare e solo dopo che lo hanno annunciato la nostra Chiesa ha
preso la decisione di non partecipare al Concilio. Ma come ho detto, il
patriarca di Costantinopoli è stato convinto da qualcuno che la Chiesa
ortodossa russa aveva tramato contro Costantinopoli e ciò che vediamo
ora è una vendetta. Penso che raccoglieranno ciò che hanno seminato.
Il patriarca Bartolomeo, come hai
detto prima, sta cercando di dividere la Chiesa ortodossa russa. Pensa
che sta per motivi di vendetta o qualcosa del genere?
Questo è quello che dico io, ed è quello
che dicono molte persone nelle Chiese ortodosse. Anche molti dei primati
mi hanno detto che il patriarca Bartolomeo è stato profondamente offeso
dalla Chiesa ortodossa russa e che credeva che la Chiesa ortodossa
russa avesse organizzato una trama. Di fatto, lo stesso patriarca
Bartolomeo mi ha detto un anno fa, quando l'ho visitato, che a suo
parere è stata la Chiesa ortodossa russa a istigare questa non
partecipazione delle altre Chiese al Concilio di Creta. Non sono stato
in grado di convincerlo del contrario.
È come se i suoi occhi e le sue orecchie fossero chiusi, giusto?
Sì, e fa orecchie da mercante a molte
voci e molti avvertimenti provenienti dalle altre Chiese ortodosse
locali. Sappiamo che diverse Chiese hanno manifestato apertamente il
loro disaccordo con le sue azioni, e in conversazioni private i
rappresentanti di diverse Chiese lo hanno sconsigliato di percorrere
questa strada. Purtroppo, non ha ascoltato né il patriarca Kirill che lo
ha visitato personalmente il 31 agosto, né gli altri primati.
È diventato evidente con i
recenti eventi che l'autorità del Patriarcato di Costantinopoli è
diminuita, indipendentemente da ciò che sta accadendo. Quali
ripercussioni avrà questa diminuita autorità per il resto del mondo
ortodosso?
La divisione che esisteva in Ucraina ora
esiste anche nel resto del mondo ortodosso. Vedremo come le Chiese
ortodosse risponderanno all'istituzione di questa nuova organizzazione
ecclesiale. Spero davvero che non la riconosceranno. Nel caso in cui
alcune delle Chiese riconoscano questa organizzazione appena creata, è
probabile che la divisione si approfondisca. Speriamo che ciò non accada
e che le Chiese ortodosse si mostrino solidali l'una con l'altra, come
hanno fatto prima.
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