sabato 8 agosto 2009
Botta e risposta sulle vicende di Contessa Entellina.
Il Carissimo Prof. Dorangricchia ci scrive:
Carissimo padre Giovanni, ho visto con immenso dispiacere che anche Lei si è accorto delle tristi vicende che attanagliano la nostra Chiesa Martire. Siamo punto e daccapo con la superbia latinorum. Credo che adesso l'orgoglio di essere Arberesh e di Rito Greco debba prevalere su tutto. Non si può tacere dinanzi ad un crimine del genere, è un delitto sia contro la fede che contro i diritti fondamentali dell'uomo. Il diritto alla propria vita spirituale. Sarei molto felice se insieme, possiamo discutere su questo fatto.
Suo Prof. Giorgio Dorangricchia
Questa è stata la mia risposta:
Caro Fratello Prof. Giorgio:
giorni addietro ho ricevuto una chiamata direttamente da Contessa di una persona,che mi chiedeva cosa avrei fatto io se mi fossi trovato in questa situazione. Io per la verità, pensando che l'interlocutore credesse che fossi "bizantino" come suole chiamarsi il mio amico e fratello P. Luciano, ho risposto dicendo che non appartenevo alla chiesa di Piana, quindi per capirci uniata. Ma lui ha insistito e risposto: lo so che sei un prete ortodosso, per questo desidererei sapere come ti saresti comportato. La mia risposta è stata molto semplice, senza vendette, senza proclami bellicosi: "Se io fossi al posto del parroco di Contessa, agirei in un modo facile e consono alla situazione. Considerato che il tempo è clemente e ce lo permette, se la porta della chiesa latina resta chiusa, poco importa, prendo un tavolino, lo abbellisco con una bella tovaglia, una Croce al centro, sopra il Santo Vangelo, due ceri accesi, poi su un proskinitario una icona della Theotokos e attorniato dal popolo intono la Santa Paraklisis".
Questa è stata la mia risposta. Sembra che sia arrivata a destinazione. Sono felice di aver dato un consiglio buono.
Poi Caro Prof. Giorgio non saprei se il mio interlocutore abbia parlato o meno con chi di dovere.
Voi non dovete fare nulla, avete le nostre chiese, avete i nostri altari (cone italo-albanesi, s'intende), anche se uniati, allora perchè andare ad elemosinare una Paraklisis in casa d'altri.
Qualcuno potrebbe anche sottolineare, ma è una tradizione consolidata. Allora io rispondo, anche la nostra Fede era ortodossa ed ora è diventata cattolica, quindi è cambiata; possiamo sempre cambiare le consuetudini come vogliamo, non sono dogmi.
Intanto questa è una gatta da pelare che riguarda S.E. Mons. Sotir Ferrara, se la sbrigasse lui. Hanno voluto le chiese latine, allora inizino a pedalare e che il Signore illumini l'ardua sentenza.
P. Giovanni Capparelli
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