lunedì 14 giugno 2010

Ortodossia - La vita spirituale

Conoscere noi stessi nella maniera giusta è un dono divino. E così, per estensione, sentirsi peccatore nelle vere dimensioni della propria natura peccaminosa è un dono di Dio, energia dello Spirito Santo.
All'invocazione "Signore e Sovrano..." esiste una sola risposta santa e spirituale: "Perdonami Cristo Salvatore, perdonami di tutto, non abbandonarmi".
L' unica via d'uscita dalla prigionia delle passioni è la vita e l'azione ecclesiastica. Attraverso i Sacramenti della Chiesa, la Grazia di Dio e l'esercizio delle virtù si può giungere ad una rinascita, al buon mutamento , alla trasformazione dell' uomo. Proseguiamo con prudenza, umiltà, pazienza e amore sul cammino tracciato dalla Grazia mistica della Chiesa, vivendo una vita semplice come un bambino nelle mani del Padre. La fiducia in Dio nella nostra debolezza è una continua preghiera con dei risultati positivi e molte benedizioni.
Avanzando e lottando dobbiamo prendere coscienza della nostra peccaminosità, delle vere dimensioni della nostra natura peccaminosa perché per diventare Cristo dobbiamo prima conoscere l' Adamo che si trova dentro di noi.
Nella preghiera di S. Efrem il Siro, si legge: "Signore e Sovrano della mia vita,non darmi uno spirito di ozio, di curiosità, di superbia e di loquacità. Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, di umiltà, di pazienza e di amore. Sì,Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello".
"Signore fa sì che i giorni della mia vita, che sono così brevi e così pochi, non trascorrano nella vanità del pensiero mondano e nell' inattività. Non lasciarmi nascondere nella terra dell'oblio e nell'ozio i talenti che mi hai affidato".
(Arcivescovo Innokentij di Chersoneso).

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