E' morto mons. Fortino, tra i protagonisti dell'ecumenismo
E' stato Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
ROMA, giovedì, 23 settembre 2010 (ZENIT.org).- E' morto mercoledì sera, all'età di 72 anni, nell’ospedale romano di Tor Vergata, mons. Eleuterio Fortino, dal 1987 Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Nato a San Benedetto Ullano, in Calabria, il 2 aprile 1938, era sacerdote dell’Eparchia italo-albanese di Calabria. Aveva studiato nel monastero di Grottaferrata e il 3 ottobre 1958 era entrato come seminarista nel Pontificio Collegio Greco, dove aveva seguito il percorso degli studi di filosofia e teologia fino alla licenza nel 1964. Studiò anche alla Pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote il 24 novembre 1963, aveva partecipato all'ultima sessione del Concilio Vaticano II con l'incarico di assistere gli osservatori ecumenici.
Dall'inizio dell'allora Segretariato per l'Unità dei Cristiani, collaborò strettamente al lavoro di dialogo fraterno e teologico con le diverse Chiese cristiane non cattoliche, specialmente quelle orientali di tradizione bizantina. In seguito è stato nominato Segretario cattolico della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Il 30 novembre 1969 era presente al Fanar nella delegazione che diede il via allo scambio regolare e ininterrotto di visite tra Costantinopoli e Roma per le feste patronali di sant'Andrea e dei santi Pietro e Paolo.
Nel ricordarlo padre Manuel Nin, Rettore del Pontificio Collegio Greco, ha scritto: “colpiva in lui la sua capacità di vedere la realtà delle Chiese cristiane, le istituzioni, i fatti, le persone, anche nei momenti più delicati di dialogo o magari anche di scontro, con uno sguardo sempre positivo, che nasceva in lui dalla speranza e la consapevolezza che lo sforzo umano nell'incontro tra le persone e tra le Chiese, fosse sempre guidato, portato da un Altro che quando e come vorrà ci farà pervenire a quel ut unum sint”.
“Era notevole in lui – ha aggiunto – il suo amore, delle volte anche sofferto, per la sua Calabria e in modo speciale per la sua eparchia madre di Lungro” degli italo-albanesi dell'Italia continentale. Si sentiva, infatti, profondamente arbereshe, la comunità discendente dagli albanesi rifugiatisi in Italia dal XV secolo.
“Penso ancora – ha continuato – al mattutino del Nymfios la sera della domenica delle Palme, quando monsignore Fortino reggeva l'icona di Cristo sposo nell'incontro nuziale con la sua Chiesa. Ancora sono memore del vespro del Sabato Santo, celebrato il mattino di questo giorno in cui la tradizione bizantina ci fa già gustare la gioia pasquale, e lo slancio vigoroso di mons. Fortino nel canto del salmo 81: 'Risuscita o Dio, giudica la terra…', mentre cospargeva la chiesa con le foglie di alloro, nell'attesa gioiosa 'del giorno che ha fatto il Signore', per cantare senza fine nell'esultanza: 'Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, ed ai morti nei sepolcri ha elargito la vita'".
Sabato 25, alle ore 16:00, nella chiesa di Sant'Atanasio dei Greci, in via del Babuino a Roma, si celebrerà un trisaghion in sua memoria, secondo la tradizione bizantina, presieduto da padre Manuel Nin. I funerali si terranno, invece, nel pomeriggio di domenica 26 settembre nella Chiesa parrocchiale di San Benedetto Ullano, in Calabria, dove monsignor Fortino sarà sepolto.
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