Ai partecipanti
al XVIII° Convegno ecumenico internazionale
di spiritualità ortodossa
È una gioia particolare per noi salutare il 18° Convegno che ha per oggetto la Spiritualità Ortodossa e che ha luogo nel S. Monastero di Bose e ciascuno degli eletti invitati separatamente, in quanto è chiamato a riflettere e a discutere due degli aspetti più importanti della spiritualità ortodossa: Comunione e solitudine (Esichia), temi che, anche se a prima vista appaiono opposti, costituiscono due fattori che si completano e si arricchiscono a vicenda e insieme contribuiscono ala pienezza della vita spirituale.
Questi due aspetti della vita spirituale dovranno essere studiati dalla prospettiva biblica,monastica, ecclesiastica, personale, un ampio e variegato spettro di approcci. Inoltre anche in questi due elementi noi distinguiamo le due dimensioni della Venerabile Croce: quella verticale, cioè la relazione dell'uomo con Dio, e quella orizzontale, cioè la sua relazione con il suo compagno in umanità, cioè il suo prossimo. Così in questi due elementi, comunione e solitudine, si riflettono i due grandi comandamenti: quello di amare Dio con tutto il cuore, tutta l'anima, tutta la forza e tutta la nostra intelligenza e di amare il nostro prossimo come noi stessi. Se facciamo obbedienza a questi due comandamenti, come assicura il Signore Nostro Gesù Cristo, noi vivremo. (crf. Lc 10,28)
Proprio come senza queste due dimensioni non c'è croce, così anche senza questi due elementi non può esserci autentica vita spirituale. Come Primate della Chiesa Ortodossa di Grecia, vorrei cogliere questa occasione, come contributo alle importanti discussioni e riflessioni, sottolineando, molto brevemente, l'importanza del fatto che il vostro convegno inizia il giorno in cui la nostra Santa Chiesa onora la memoria della Nascita della Madre di Dio, la quale, dal punto di vista cristiano-ortodosso, è l'assoluta espressione della vita spirituale. In lei vediamo l'uomo divinizzato, l'uomo come era prima della caduta, come saremmo noi stessi se egli non fosse caduto, e la gloria che noi gusteremo se crediamo nel suo Figlio, Dio e nostro Salvatore, e se viviamo in accordo con i suoi comandamenti. La quiete solitaria della Santissima Madre di Dio, quale si riflette nella sua permanenza nel tempio del Signore e nel suo silenzio eloquente nelle pagine del Nuovo Testamento, e la sua comunione, in qualità di fervida mediatrice per noi davanti al trono di suo figlio, raggiungono la loro perfezione, reciproca complementarietà e pienezza.
È dunque nostra speranza e preghiera che, attraverso le intercessioni della Santissima Madre di Dio, l'opera e le riflessioni di questo importante convegno, saranno coronate da successo e daranno ulteriore raffigurazione di quelle realtà che possono solo essere significate e indicate fino alla loro concreta esperienza nella vita della chiesa.
✛ Hieronymos,
Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia
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