Questa notizia, tratta da www.tio.ch, l'agenzia stampa del canton Ticino, pecca di parzialità, trattando il povero sacerdote e confessore della fede come un estremista religioso, ma è la fonte più completa di notizie in italiano che io abbia reperito al momento.
Alessandro
MOSCA - Assassinio in chiesa a Mosca, dove ieri sera un giovane parroco, Daniil Sisoiev, una sorta di Salman Rushdie russo noto per le sue crociate anti Islam, è stato freddato da tre colpi di pistola esplosi da uno sconosciuto travisato con una mascherina anti influenza. Un suo collaboratore è rimasto gravemente ferito. Un delitto clamoroso, che rischia di ripercuotersi sui delicati rapporti tra la dominante Chiesa ortodossa e quella musulmana, seconda confessione in un Paese dove vive la più grande comunità islamica europea (20 milioni di fedeli). L'omicidio è l'ultimo di una lunga serie ai danni di preti ortodossi: 18 le vittime dal 1990.
Sisoiev, 35 anni, sposato con tre figli e capo di una piccola chiesa nella periferia sud della capitale, si era fatto comunque molti nemici anche al di fuori del mondo islamico per la sua ostilità verso sette, movimenti occultistici, movimenti ultranazionalisti e nostalgici staliniani.
Il killer è entrato nell'edificio di culto verso le 23.00 e, dopo aver chiamato per nome il parroco per assicurarsi della sua identità, gli ha sparato a distanza ravvicinata con una Makarov.
Poco prima il sacerdote aveva ricevuto una telefonata in cui un anonimo interlocutore gli aveva chiesto se lo avrebbe trovato in chiesa anche in tarda serata. Sisoiev è morto durante il trasporto all'ospedale, dove è ancora ricoverato in condizioni stazionarie il suo maestro di coro Vladimir Strelbitski. "La principale teoria è che dietro al delitto ci siano motivazioni religiose", hanno ammesso gli inquirenti.
Il prete, un missionario con toni da crociata ma anche un teologo preparato, aveva denunciato sul suo blog e in una recente intervista al tabloid Komsomolskaia Pravda di aver ricevuto 14 minacce di morte ("vogliono tagliarmi la testa") via mail e telefono, attribuendole agli islamici radicali. Le aveva segnalate anche anche l'Fsb, i servizi di sicurezza. I nemici se li era fatti con la sua attività missionaria tra gli immigrati caucasici e asiatici, ma soprattutto predicando e scrivendo contro l'Islam, tanto che nel 2007 la co-presidente del consiglio dei mufti russi Nafigulla Ashirov l'aveva bollato come il "Salman Rushdie russo", mentre una giornalista musulmana, Khalida Khamidullina, l'aveva denunciato per istigazione all'odio religioso.
Colpa anche dei suoi due libri, "Una risposta ortodossa all'Islam" e "Matrimonio con un musulmano", dove nega la compatibilità e il possibile dialogo tra Cristianesimo e Islam, definendo le rivelazioni di Maometto come opera del Diavolo e denunciando la pesante condizione di sudditanza femminile nel mondo musulmano. Così era diventato un "infedele". Ma Sisoiev era stato preso di mira anche sui siti ultrapatriottici e non era ben visto dalle sette che avversava, come i Testimoni di Geova, gli Avventisti del Settimo giorno o i Rodnovers, neopagani slavi sui quali la polizia ha qualche sospetto.
Il capo dei Mufti russi Ravil Gainuddin ha espresso le sue condoglianze alla Chiesa ortodossa e alla famiglia della vittima, chiedendo di non speculare sul movente del delitto e ricordando la sua opposizione "ad ogni espressione di terrorismo ed estremismo". Anche il patriarca Kirill ha cercato di gettare acqua sul fuoco, invitando a "non trarre conclusioni affrettate contro un gruppo o l'altro".
Alessandro
MOSCA - Assassinio in chiesa a Mosca, dove ieri sera un giovane parroco, Daniil Sisoiev, una sorta di Salman Rushdie russo noto per le sue crociate anti Islam, è stato freddato da tre colpi di pistola esplosi da uno sconosciuto travisato con una mascherina anti influenza. Un suo collaboratore è rimasto gravemente ferito. Un delitto clamoroso, che rischia di ripercuotersi sui delicati rapporti tra la dominante Chiesa ortodossa e quella musulmana, seconda confessione in un Paese dove vive la più grande comunità islamica europea (20 milioni di fedeli). L'omicidio è l'ultimo di una lunga serie ai danni di preti ortodossi: 18 le vittime dal 1990.
Sisoiev, 35 anni, sposato con tre figli e capo di una piccola chiesa nella periferia sud della capitale, si era fatto comunque molti nemici anche al di fuori del mondo islamico per la sua ostilità verso sette, movimenti occultistici, movimenti ultranazionalisti e nostalgici staliniani.
Il killer è entrato nell'edificio di culto verso le 23.00 e, dopo aver chiamato per nome il parroco per assicurarsi della sua identità, gli ha sparato a distanza ravvicinata con una Makarov.
Poco prima il sacerdote aveva ricevuto una telefonata in cui un anonimo interlocutore gli aveva chiesto se lo avrebbe trovato in chiesa anche in tarda serata. Sisoiev è morto durante il trasporto all'ospedale, dove è ancora ricoverato in condizioni stazionarie il suo maestro di coro Vladimir Strelbitski. "La principale teoria è che dietro al delitto ci siano motivazioni religiose", hanno ammesso gli inquirenti.
Il prete, un missionario con toni da crociata ma anche un teologo preparato, aveva denunciato sul suo blog e in una recente intervista al tabloid Komsomolskaia Pravda di aver ricevuto 14 minacce di morte ("vogliono tagliarmi la testa") via mail e telefono, attribuendole agli islamici radicali. Le aveva segnalate anche anche l'Fsb, i servizi di sicurezza. I nemici se li era fatti con la sua attività missionaria tra gli immigrati caucasici e asiatici, ma soprattutto predicando e scrivendo contro l'Islam, tanto che nel 2007 la co-presidente del consiglio dei mufti russi Nafigulla Ashirov l'aveva bollato come il "Salman Rushdie russo", mentre una giornalista musulmana, Khalida Khamidullina, l'aveva denunciato per istigazione all'odio religioso.
Colpa anche dei suoi due libri, "Una risposta ortodossa all'Islam" e "Matrimonio con un musulmano", dove nega la compatibilità e il possibile dialogo tra Cristianesimo e Islam, definendo le rivelazioni di Maometto come opera del Diavolo e denunciando la pesante condizione di sudditanza femminile nel mondo musulmano. Così era diventato un "infedele". Ma Sisoiev era stato preso di mira anche sui siti ultrapatriottici e non era ben visto dalle sette che avversava, come i Testimoni di Geova, gli Avventisti del Settimo giorno o i Rodnovers, neopagani slavi sui quali la polizia ha qualche sospetto.
Il capo dei Mufti russi Ravil Gainuddin ha espresso le sue condoglianze alla Chiesa ortodossa e alla famiglia della vittima, chiedendo di non speculare sul movente del delitto e ricordando la sua opposizione "ad ogni espressione di terrorismo ed estremismo". Anche il patriarca Kirill ha cercato di gettare acqua sul fuoco, invitando a "non trarre conclusioni affrettate contro un gruppo o l'altro".
N.D.R.: Oramai neanche in casa nostra ci possiamo considerare al sicuro.
I vari inciucci, benedetti da varie gerarchie ecclesiastiche, in cui neanche gli Ortodossi si possono dire essenti da peccato, stanno dimostrando che predicare Cristo è diventato assai pericoloso e confortare i fedeli alla Retta Fede un nuovo martirio.
Fratelli, teniamo sempre la lucerna accesa, con una buona scorta di olio, perchè il demonio è sempre dietro l'angolo, pronto ad inviare i nostri persecutori nel momento in cui ci crediamo e crediamo che tutto fa brodo, che una religione vale l'altra e che il nostro povero Cristo può essere messo nel calderone come se fosse un pinco pallino qualsiasi.
Questi mega raduni del "Volemoci bene", ci stanno portando alla distruzione e le parole di Padre Paisios sono più attuali che mai.
Armiamoci della Santa Fede e combattiamo, come ha suggerito la Madre di Dio ai monaci del Santo Monte Athos. "I nemici miei e di mio Figlio".
Padre Giovanni Capparelli
Nessun commento:
Posta un commento