La Chiesa ortodossa e il suo impegno nel mondo odierno | | | |
Quali sono le sfide che interpellano la Chiesa ortodossa nel mondo postmoderno di oggi e come dovrebbe affrontarle? Da questo interrogativo è partita una conferenza tenuta il 18 gennaio dal Grande Arcidiacono greco-ortodosso Maximos presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. L'incontro faceva parte di una serie di conferenze dell'Istituto gregoriano di Studi Interdisciplinari su Religioni e Culture. Il Grande Arcidiacono Maximos ha cominciato con lo spiegare che il dialogo è un principio teologico e fondamentale sia della teologia ortodossa che di quella cattolica, fondato sulla Santissima Trinità. Ha aggiunto poi che gli ortodossi hanno la mallattia del narcisismo e dell'autoammirazione che provoca un pericoloso autoisolamento nel mondo postmoderno e globalizzato di oggi. Ha quindi citato quattro principi teologici che travalicano gli aspetti puramente etici e psicologi e che potrebbero aiutare la Chiesa ortodossa a impegnarsi nella società postmoderna odierna. In primo luogo, ha detto che la Chiesa ortodossa deve sfruttare il suo approccio alla comunione e alla diversità per divenire più democratica e collegiale. In secondo luogo, gli ortodossi dovrebbero prestare maggiore attenzione ai Padri Orientali che insegnarono che il Regno di Dio non è statico ma si muove verso nuove realtà, piuttosto che guardare al pensiero ortodosso classico che considera Cristo un evento che risale al passato. In terzo luogo, ha continuato, la Chiesa deve rimarcare nuovamente che l'Eucaristia e la Comunione sono un atto comunitario, e non una specie di terapia spirituale individuale. Infine, ha detto che il dialogo di interreligioso e la globalizzazione dovrebbero essere considerati un'opportunità e non una minaccia. La tradizione ortodossa, ha affermato, offre più del postmodernismo poiché ha una prospettiva olistica della creazione che desume dalla vita eucaristica della Chiesa. Il Grande Arcidiacono Maximos ha detto poi che la Chiesa ortodossa non può fronteggiare da sola la globalizzazione e il postmodernismo. E ancora: che non deve ricorrere al fondamentalismo, al settarismo o all'ideologia ma abbracciare una concezione olistica che guarda all'unità nella diversità. Grande Arcidiacono Maximos: “Come lei sa, la Chiesa ortodossa è formata da chiese locali differenti e quindi c'è l'aspetto della diversità e allo stesso tempo dell'unità – è una specie di diversità nell'unità e di unità nella diversità che non annulla però le singole particolarità”. Attraverso il dialogo, ha concluso Maximos, la Chiesa ortodossa può e deve confrontarsi con la cultura odierna, come faceva Gesù. Infine si è detto speranzoso che questo dialogo dia frutti senza dover costringere gli ortodossi a scendere a compromessi sui loro principi fondamentali. Grande Arcidiacono Maximos: "Penso che la teologia ortodossa possa instaurare un dialogo serio con il postmodernismo e con le idee postmoderniste come per esempio il rispetto per l'altro, senza tradire i principi basilari dell'ecclesiologia e dell'antropologia ortodosse. Per esempio, il postmodernismo promuove l'idea del rispetto del prossimo. Questa è un'idea cardine che permette di comprendere l'antropologia e l'ecclesiologia ortodosse". © H2O news - 20 gennaio 2011 |
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